di Marianna Vazzana
MILANO
Un’isola circondata dal verde, con testimonianze dell’antica pieve che un tempo comprendeva un territorio vastissimo, fino al Lorenteggio a sud e a Musocco e a Quarto Oggiaro a nord, spingendosi fino ad Arese.
Questo è Trenno, quartiere dell’estrema periferia nord ovest della città, tra gli undici ex comuni annessi a Milano cento anni fa. Restano le costruzioni semirurali a segnare il confine tra città e campagna ma anche cascine come Bellaria, Melghera, Campi, Cort del Colombin e non solo, che ancora adesso richiamano l’anima agricola. L’impressione è che la sua essenza sia nella capacità di non farsi schiacciare dalla metropoli; in quella di racchiudere, tuttora, il mondo contadino (i trennesi erano chiamati “ranat“, cacciatori di rane) unito alla maestosità della grande pieve che nel 1257 era già un Comune. Una una sorta di “capoluogo di provincia“, oggi spaccato a metà tra Municipio 7 e 8. Un colpo all’identità ma, questo, a 7 chilometri dal Duomo, "non è mai diventato un quartiere dormitorio", dice Liana Boschetti, che vive a Trenno da 40 anni e che proprio lì ha scelto di aprire il suo salone di parrucchiera, che ha chiuso i battenti qualche anno fa. "Lavoravo in centro ma ho scelto di diventare “la parrucchiera“ di Trenno. Avevo 21 anni". Si sente però la mancanza di alcuni servizi, "per esempio scarseggiano i pediatri", dicono alcune mamme in piazza Scolari, al centro del vecchio borgo, con accanto il monumento ai caduti e alle spalle la chiesa di San Giovanni Battista costruita nei pressi di un’antica chiesa dell’inizio del XI secolo. "In compenso abbiamo più asili". Tra cui quello della Scuola Clotilde Ratti Welcher che "accoglie bambini e bambine dai 0 ai 6 anni da oltre 100 anni", si legge sul sito. La signora Boschetti custodisce una foto con i bambini del 1926, "tra i quali c’è mia suocera. Si chiamava Carlotta Sainaghi. I suoi nonni si occupavano del Mulin de Biss. Lei, che era del 1922, era nata a Trenno", allora un comune autonomo, non ancora inglobato da Milano. Tra le scuole, non si può non menzionare la primaria comunale di via Matilde Viscontini che ha rivisto la luce a giugno del 2021 in un nuovo edificio nato dopo due anni di cantiere, atteso per 8 anni dai cittadini dopo l’abbattimento del fabbricato precedente.
In via Fratelli Gorlini, poi, la signora Boschetti mostra, al civico 40 quella che un tempo era Villa Melzi. "Di fronte, al civico 43, c’erano le scuderie. Ma poi si trasformarono diventando sede del Comune di Trenno e delle scuole. Oggi sono tutte case private". Che conservano le tracce del passato: si scorgono nell’arco all’ingresso del complesso, nel soffitto di legno e nelle finestre ornate di mattoni antichi. E sempre al civico 43 si trovava in passato la sede di “Trenno distilleria liquori“. Basta entrare in un cortile per respirare l’atmosfera da vecchia Milano, delle case di ringhiera. Guardando il cielo, lo sguardo si incanta ad ammirare una torre di via Ratti, medievale, oggi incastonata in una palazzina.
Tra i punti a favore, la presenza del verde: il quartiere è circondato dal Parco di Trenno intitolato ad Aldo Aniasi, dove si trova anche il “Milan war cemetery“ con i 417 caduti delle nazioni del Commonwealth che parteciparono alla guerra di liberazione, dal Bosco in città e dal Parco delle Cave. "Si vive bene, l’impressione è di non essere a Milano. Qui la vita scorre più lenta. Con il bus 64 si raggiunge in poco tempo Bonola, dove c’è la metropolitana che ci collega al centro", evidenzia Giovanni Di Masi, di “Cento caffè“, che tra le pecche segnala però "il restringimento delle carreggiate e la sparizione di almeno una trentina di parcheggi". Non mancano le associazioni, tra cui l’Aps Mitades in via Giorgi, attiva anche in altri quartieri come Gallaratese, Niguarda e Oggiaro. "Abbiamo un asilo nido – spiega Giulia Radogna, del direttivo – attorno al quale gravitano più servizi, e proponiamo vari progetti. Tra questi “Cullami“, gratuito, ogni mercoledì, per le neomamme".
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