È stato fissato per il 17 gennaio, davanti alla settima sezione penale del Tribunale di Milano, il processo a carico di Dmitry Chirakadze, 54 anni, aristocratico russo con legami con funzionari e oligarchi di Mosca, arrestato il 13 giugno in una seconda tranche dell’inchiesta sul caso della fuga di Artem Uss. L’imprenditore, figlio dell’ex governatore di una regione siberiana, era evaso il 22 marzo 2023 mentre era ai domiciliari a Basiglio in attesa di estradizione negli Stati Uniti, scappando fuori dall’Italia e con un volo fino in Russia, dove si troverebbe tuttora. Lo ha deciso la gip Sara Cipolla, che ha accolto la richiesta di processo con rito immediato formulata dal pm Giovanni Tarzia della Procura guidata da Marcello Viola.
Ora la difesa di Chirakadze potrà scegliere il giudizio con rito abbreviato e in quel caso il processo si terrà davanti ad un gup. Il 54enne, detto "Dima", stando alle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, sarebbe stato il "coordinatore" del piano di fuga. È accusato di procurata evasione in concorso, aggravata dalla transnazionalità. Vladimir Jovancic, bosniaco e tra i tre componenti del "gruppo operativo" già arrestati nel dicembre 2023, lo aveva definito così: "Uno che lavora per la famiglia, che risolve tutto (...) lui dirigeva". Sul punto agli atti c’era anche un "memoriale" di Srdan Lolic, uno degli otto indagati per "procurata evasione aggravata".