I tassisti si fermano ancora Blocchi a Linate e Centrale

Assemblee serali in stazione e all’aeroporto: decine di passeggeri in coda. Il 20 e 21 altri due giorni di sciopero, ma la serrata selvaggia è già (ri)partita

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di Nicola Palma

Taxi, la protesta della base non si ferma. Proprio nel giorno in cui i sindacati di categoria hanno proclamato un altro sciopero di 48 ore per il 20 e il 21 luglio, i conducenti milanesi hanno deciso di bloccare ancora una volta il servizio senza preavviso. La mobilitazione è partita poco dopo le 18 di ieri, come al solito ai posteggi di piazza Luigi di Savoia: nel giro di pochi minuti, si è formata una coda di alcune decine di passeggeri, appena arrivati in Centrale e lasciati a piedi a sorpresa dalle auto bianche.

"Non caricate?", la domanda più gettonata. "Siamo in assemblea", la risposta standard. Qualche ora dopo, attorno alle 20.30, lo stesso copione è andato in scena anche all’aeroporto di Linate; e voci sulle chat rilanciavano alle 21.30 l’idea di fermare anche Malpensa. Fino alla tarda serata, le auto bianche hanno continuato a prendere corse nel resto della città, ma era evidente il rischio di una serrata totale già da stanotte. A far salire nuovamente la tensione hanno contribuito una serie di fattori. Il primo: la fumata nera nella trattativa con il Governo sullo stralcio dell’articolo 10 del Dl Concorrenza, la norma che, a detta dei padroncini, consegnerebbe il settore del trasporto pubblico non di linea a Uber e alle multinazionali. Già, Uber, finita nella bufera nelle ultime ore dopo la pubblicazione di un’inchiesta giornalistica che ha dato conto delle attività di lobby portate avanti per anni dai vertici della start-up californiana con esponenti di primo piano della politica europea, dall’attuale presidente francese Emmanuel Macron all’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi (che ha replicato di non aver varato alcuna legge a favore di Uber e di non aver mai avuto incontri coi suoi manager).

Un assist indiretto ai conducenti, che hanno colto la palla al balzo per rilanciare ancora una volta le accuse contro l’app. "Sistema Trasporti denuncia i comportamenti scorretti di Uber fin dallo sbarco in Italia. Ciò nonostante, l’indignazione dei sindacati taxi ai cosiddetti Uber files ci appare surreale", ha sottolineato dal canto suo Francesco Artusa, a capo dell’associazione che rappresenta i noleggiatori con conducente. Tornando al blocco selvaggio, l’ipotesi che prosegua a oltranza è tutt’altro che remota, anche se non tutti sono d’accordo: i sei giorni di stop tra il 22 e il 27 giugno e i due di sciopero autorizzato del 6 e 7 luglio sono stati pesanti da sostenere dal punto di vista economico, specie in un periodo di ripresa del turismo; e di conseguenza in tanti non condividono la linea dura. Eppure ieri è bastato poco per fermare Centrale e Linate.

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