VALENTINA TARANTINO
Cronaca

I sorrisi, gli abiti, l’emozione. Duemila giovani alla Primina. E nove minuti di applausi

Nel foyer e in platea tra allievi, semplici appassionati e neofiti della lirica "Un sogno ad occhi aperti essere qui. Il teatro regala sensazioni uniche".

Nel foyer e in platea tra allievi, semplici appassionati e neofiti della lirica "Un sogno ad occhi aperti essere qui. Il teatro regala sensazioni uniche".

Nel foyer e in platea tra allievi, semplici appassionati e neofiti della lirica "Un sogno ad occhi aperti essere qui. Il teatro regala sensazioni uniche".

Preparati, appassionati, emozionati. Così si presentano i giovani in attesa davanti al Piermarini la sera della Primina, che si concluderà con 9 minuti di applausi. Appuntamento ormai usuale per alcuni, intrigante novità per altri, l’anteprima resta un’occasione unica per scoprire la Scala nella sua veste più sontuosa e sfavillante. Molti sono di Milano e provincia ma l’atmosfera è internazionale. C’è chi viene dalla Corea del Sud, come Nam-Hyung Kim, 29 anni. "È il terzo anno che torno – dice – e ogni volta rimango estasiata. L’allestimento, i costumi, l’esecuzione, tutto crea uno spettacolo irripetibile". Martin e Arthur vengono dalla Francia: "Tempo fa stavamo organizzando il nostro viaggio a Milano e, sul sito del teatro, abbiamo scoperto l’iniziativa per gli Under 30. Così, anche se con un po’ di fatica, siamo riusciti a prendere i biglietti".

Tasto dolente, la prenotazione. Qualcuno si collega alla piattaforma ore prima, qualcun altro scova trucchetti dell’ultimo minuto. Ma ciò che conta è riuscire a esserci. E sfoggiare la mise migliore. Sofia, in luccicante abito da sera verde: "Il colore è in pendant col compositore! – esclama con orgoglio–. Aspetto di indossare questo vestito dal 2020, quando avrei dovuto partecipare all’anteprima della Traviata poi bloccata dal Covid. Ho grande passione per la musica lirica, Verdi in particolare. Forse perché la mia prima opera, a 10 anni, fu l’Aida. Questo è un melodramma appassionante e ricco di complessità". Tra le fila dei più esperti, un tenore: "Ancora in erba", si schernisce Alessandro, 23 anni. Studente di Psicologia a Parma, è alla sua seconda anteprima, quest’anno in compagnia di due amici, Gildo e Aurora. Lei, 25 anni, studia regia per il teatro d’opera al Conservatorio di Milano e sogna di ricoprire, un giorno, i panni di Leo Muscato. Francesco, sviluppatore di software, ha portato con sé persino il libretto edito da Ricordi. "L’ho studiato", ammette. Perché? "Penso che il modo migliore per godersi l’opera sia comprenderla". Previsioni? "Sarà di certo una bella rappresentazione. Soprattutto, spero mi faccia emozionare. È per questo che si viene alla Scala". Dopo i primi due atti le impressioni sono unanimi nel definire la recita all’altezza delle aspettative; colpisce soprattutto la scenografia rotante.

Entusiasti, i ragazzi si scambiano le prime osservazioni. "Tutto bellissimo, a partire dall’esecuzione fino alla scenografia. Mi è piaciuto in particolare il personaggio di Priscilla – commenta a caldo Francesco, dottorando al Politecnico di Milano –. Io non sono un esperto di musica lirica, ma apprezzo la possibilità di assistere all’opera a prezzi accessibili". Ma iniziative del genere contribuiscono davvero a creare un nuovo pubblico di cultori della lirica? Livia, che studia al Conservatorio, è convinta di sì. "Ammetto che oggi ho incontrato molti altri ragazzi che, come me, sono specialisti del settore. È vero che può essere più difficile avvicinarsi all’opera senza formazione specifica. Ma la Scala si sta muovendo per accendere la curiosità anche in chi si occupa d’altro, grazie a iniziative come questa". Intanto il sovrintendente Dominique Meyer si aggira soddisfatto nel foyer. Se, però, gli si chiede di fare un bilancio, dopo cinque anni, risponde: "Dei bilanci si occuperanno gli osservatori, io mi accontento di fare il mio lavoro. E lo faccio con la stessa passione e dedizione del primo giorno. Oggi sono felice perché siamo riusciti a portare duemila giovani qui a teatro. Credo che questa iniziativa, che prese Stephane Lissner ormai diversi anni fa, sia una delle migliori in assoluto". Un messaggio per i ragazzi che ancora non conoscono questo mondo? "Andate a teatro, l’unico rischio è di prendere l’abitudine!", sorride.