MARIACHIARA
Cronaca

I rifugi segreti dei discriminati: "Hanno subìto traumi pesanti. Con noi ricominciano a vivere"

Casa Arcobaleno dal 2019 accoglie giovani non accettati a causa dell’orientamento sessuale. Il racconto di José: "Dopo una lite mi hanno mandato al pronto soccorso, così sono scappato".

I rifugi segreti dei discriminati: "Hanno subìto traumi pesanti. Con noi ricominciano a vivere"
I rifugi segreti dei discriminati: "Hanno subìto traumi pesanti. Con noi ricominciano a vivere"

"Non voglio esagerare e non penso di farlo, quando dico che per qualcuno la nostra casa arcobaleno è diventata una nuova casa. D’altronde, prima di incontrarci, a malapena avevano conosciuto affetto sincero dai loro famigliari". Maria Grazia Campese, presidente della cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi, in cui lavora da 14 anni, dal 2019 è riuscita a dare voce ma soprattutto spazi concreti a ragazzi - dai 18 ai 35 anni - con alle spalle un passato traumatico di discriminazione ed emarginazione a causa dell’identità di genere, dell’orientamento sessuale o per il percorso di transizione avviato. Lo ha fatto assieme agli educatori, i coordinatori e gli psicologi di Casa Arcobaleno, il luogo di accoglienza a indirizzo segreto che negli ultimi quattro anni ha ospitato 28 giovani respinti dalle loro famiglie d’origine. "Al momento abbiamo a disposizione quattro appartamenti che possono accogliere in totale dodici persone ma siamo in fase di espansione" spiega la presidente. "Nel 2022 abbiamo avviato un cantiere importante, destinando 3 milioni per acquistare e ristrutturare 31 alloggi destinati a persone che vivono in condizioni di fragilità per “x motivi“. Di questi, quattro, diventeranno le nuove residenze Arcobaleno e il format sarà quello del cohousing, in modo da velocizzare il reinserimento in contesti sociali “normali“". In questo frangente, risulta particolarmente “utile“ il contributo da parte di Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi, che ha devoluto metà del suo cachet di X Factor al progetto. "Confermo che abbiamo ricevuto la donazione" rivela Campese. Perché di posti sicuri c’è continua richiesta.

"Intimidazioni, violenze fisiche e verbali perpetrate negli anni. A novembre 2020 dopo una lite furiosa e gravi lesioni, a causa delle quali sono finito di nuovo in pronto soccorso, ho deciso di scappare". La storia di José, “perseguitato“ dopo aver fatto coming out a 13 anni, è solo una delle tante che Casa Arcobaleno raccoglie dentro le sue mura. Tra i racconti dell’orrore c’è anche quello di S., ragazza trans, arrivata in Casa la scorsa estate, dopo essere stata sottoposta a terapie di “riconversione” e aggredita nel collegio maschile in cui era stata cacciata. "Ci sono persone che restano 4 e 5 mesi, altre un anno e mezzo. E anche se riescono a raggiungere un’autonomia professionale, per la costruzione di un’identità forte e consapevole il percorso è ancora lungo. Tornano a trovarci, ci chiedono consigli lavorativi ma anche d’amore. Sono semplici ragazzi che hanno bisogno di qualcuno che li sostenga".