MONICA VALERIA AUTUNNO
Cronaca

I ragazzi del Teatro Eliot. Dalla sera della strage allo spettacolo all’Ilva: "Libertà e cultura"

Gorgonzola, in un libro i ricordi degli anni ’60. Operai e studenti sul palco

Gorgonzola, in un libro i ricordi degli anni ’60. Operai e studenti sul palco

Gorgonzola, in un libro i ricordi degli anni ’60. Operai e studenti sul palco

di Monica Autunno

Lo scenario è quello dei caldi anni Sessanta. Quelli del grande rock, del cinema, del fermento culturale; ma anche della contestazione, delle tensioni politiche, della Guerra fredda, del movimentismo e del sogno di cambiare il mondo. Il palco quello della Sala Argentia di Gorgonzola, già da oltre 15 anni, allora, teatro di riferimento per compagnie e attività culturali. Rivive in un volume, intitolato “Corpi luce parole suoni“ ed edito da Biblion Edizioni, la storia del Gruppo Eliot Teatro, compagnia teatrale nata a Gorgonzola che negli anni fra il 1965 al 1970 radunò studenti, operai, impiegati e professionisti della città sul naviglio ma anche di Milano. Sette spettacoli, una storia breve e travolgente, un tassello di spessore nella storia del teatro contemporaneo. È un racconto appassionato, un turbine di ricordi e aneddoti quello riordinato fra le pagine: la rappresentazione a Gorgonzola la sera della strage di piazza Fontana; la straordinaria estate del 1969 sulla piazza di Avola teatro solo sei mesi prima della tragica manifestazione "per la terra" culminata nell’uccisione di due braccianti; gli spettacoli su piazze e palchi di provincia, "su un furgoncino a lamiera". Le tournée estive grazie all’ente di promozione turistica "erano le nostre vacanze. E ci davano centomila lire a sera". Lo spettacolo all’Ilva di Taranto, "dove eravamo arrivati accompagnati dalla polizia: ci tenevano d’occhio". E un ricordo all’unisono: "Ci siamo divertiti infinitamente".

Il libro si apre con le prefazioni di Fiorenzo Grassi e Maurizio Porro, ed è un volume a tante voci: gli autori Roberto Biscardini, Giandomenico Ferrari, Marco Franchini ed Enrico Mercatali, il contributo e i ricordi di tutti coloro che "furono" Eliot, da attori, scenografi, costumisti, registi. "L’idea di scrivere la storia risale a una ventina d’anni fa – spiega Roberto Biscardini, che fu fondatore del gruppo insieme ai gorgonzolesi Mario Grandi e Giandomenico Ferrari – , avevamo una vecchia cartella di appunti, documenti e foto. Ci è voluto tempo". Nella prima sezione gli spettacoli, sette in tutto, "tre messi in scena nel solo anno 1968: non è non è un caso". L’esordio era stato il 30 aprile 1966, il testo scelto ’Assassinio nella cattedrale’ di Thomas Stearns Eliot. Scelta non casuale.

All’epoca una regola della Curia di Milano impediva la promiscuità nelle compagnie che avessero sede stabile negli oratori e "’Assassinio nella cattedrale’ ci dava l’opportunità di andare in scena con l’equivoco che il coro, sostantivo maschile, fosse stato già nel testo di Eliot pensato per sole donne. Però dovevamo provare in sedi separate. L’anno successivo la regola venne abolita: eravamo stati apripista". E poi ’Si parlava di rose’ di Frank Gilroy, ’Il drago’ di Scwartz, ’Il figliol prodigo’ di Dreyer, ’Apocalisse’ di Kraus, ’Il cavaliere Bizzarro ed Escuriale’ di Michel De Ghelderode. "Su ogni testo – racconta Giandomenico Ferrari – discutevamo all’estenuazione. Era la parte migliore". Teatro d’avanguardia, ruoli spesso intercambiabili, continua sperimentazione, poi la fine: "Prendemmo differenti strade di vita: fra di noi c’era chi studiava ma anche chi era ormai assorbito dal lavoro. La vita vera aveva bussato".