
di Francesco Pellegatta
I pesci lombardi "salvati" dalle asciutte dei canali trovano rifugio nel Parco del Ticino. È un bel progetto di collaborazione quello realizzato dal Consorzio ET Villoresi e dal Parco per proteggere preziosi esemplari di luccio, pigo e savetta, specie autoctone delle acque lombarde che abitano Naviglio e Villoresi. Prima delle secche – necessarie alla manutenzione dei canali – parte dei pesci sono stati prelevati e trasportati negli incubatoi della "Fagiana", in attesa della fase riproduttiva. Il tutto è stato realizzato con l’autorizzazione della Struttura Pesca della Direzione Agricoltura di Regione Lombardia.
"In questo modo sarà possibile non solo rilasciare esemplari adulti, ma anche giovani nati per restituire popolazioni ittiche al fiume Ticino – spiega il consigliere del Parco, Francesca Monno –. Un’interessante iniziativa congiunta per favorire interventi di conservazione di specie autoctone. Da anni, infatti, il Parco gestisce il complesso sistema di allevamento e ripopolamento di numerose specie ittiche, alcune ad elevato rischio di estinzione, quali lo storione cobice, il pigo, la lasca, la savetta e il luccio autoctono".
Il Consorzio ogni anno deve pianificare il ricorso a periodi di asciutta per gli interventi di manutenzione; interventi che a volte sono possibili solo con l’abbassamento dei livelli idrici e quindi in regime di asciutta parziale; in altri casi, vista la tipologia di lavorazione, l’asciutta deve invece essere totale. "Le asciutte sono indispensabili per garantire la necessaria funzionalità al reticolo idraulico gestito dal Consorzio – ha aggiunto il presidente dell’ET Villoresi, Alessandro Folli –. Nonostante la diminuzione dei livelli o la completa asciugatura dei canali, come quella in atto nel Villoresi e nei Navigli occidentali, però, rimane sempre alta da parte del nostro ente l’attenzione riservata alla ricca biodiversità che prolifera lungo i canali".
Nel frattempo, anche in questi giorni, stanno continuando gli interventi di recupero della fauna ittica ad opera del personale consortile con il supporto di ditte specializzate, appositamente incaricate di effettuare il salvataggio e il rilascio di una parte dei pesci in punti opportuni dell’alveo fluviale o del sistema di canali. Anche in questo caso si tratta di numerosi esemplari di specie ittiche autoctone che, altrimenti, non potrebbero sopravvivere al periodo di asciutta.