I penalisti al neo procuratore: "Ridare credibilità al sistema"

In una lettera della Camera. Penale al nuovo capo . dell’Ufficio milanese l’elenco. dei problemi da affrontare

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Non solo il danno "dell’immagine pubblica della Procura di Milano" che negli ultimi mesi è stata "dilaniata da polemiche interne". Ma pure "un complessivo problema di credibilità della Magistratura, registrato anche dalle rilevazioni statistiche , (...) ci preoccupa moltissimo".

È un passaggio della lettera di “benvenuto“ da parte della Camera Penale milanese al neo procuratore della Repubblica Marcello Viola, che oggi giurerà nelle mani del presidente del tribunale Roberto Bichi, insediandosi nell’ufficio che fu di “Mani pulite“, primo capo dopo mezo secolo che arriva da un altro distretto e quindi non scelto tra chi già lavorava a Milano.

La missiva dei penalisti milanesi mette sul tappeto parecchie questioni, nella convinzione "che saranno affrontate, in un’ottica di massima collaborazione, ognuno col proprio ruolo, una a una", e assicura Viola "di poter contare sull’apporto dell’avvocatura penalistica milanese".

Oltre a quelli più generali relativi alla "tenuta del sistema giurisdizionale nel suo complesso" e alla applicazione della riforma Cartabia con anche "la delicata questione dell’informazione giudiziaria" prevista "dal decreto sulla presunzione di innocenza", la Camera Penale ha indicato altri nodi da sciogliere: si va dal "sistema degli appuntamenti con i sostituti (..) divenuto difficilmente gestibile da parte dei difensori", al sistema "portale" (ex SDAS)"che non consente quasi di svolgere attività difensiva prima della rapidissima definizione dei procedimenti etichettati come semplici ma, comunque, significativi per la vita di persone che si rivolgono all’autorità giudiziaria in ambito penale".

E ancora: "l’enorme numero di procedimenti, soprattutto su decreto di citazione diretta, che si risolvono con una decisione assolutoria, dimostra la scarsa propensione ad un esercizio responsabile del filtro" esercitato attraverso una richiesta di archiviazione del fascicolo da parte del pm.

Infine, tra i vari punti, il tema della digitalizzazione che "non deve portare a precludere la possibilità di avere contatti diretti (sia con il fascicolo sia con chi conduce le indagini)" e dunque mezzo da usare con elasticità.

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