I nuovi equilibri nella maggioranza A FdI 22 seggi, idea Prandini in Giunta

Il partito della Meloni ha 8 consiglieri in più della Lega. Sfida Fermi-Alparone per la presidenza del Consiglio. Nel nuovo esecutivo potrebbe esserci il presidente della Coldiretti, La Russa: sarei felicissimo di averlo

Migration

di Giambattista Anastasio

Prende forma il nuovo Consiglio regionale della seconda legislatura a guida Attilio Fontana. La prima sostanziale differenza rispetto alla legislatura precedente riguarda proprio il partito del governatore: la Lega non ha più la maggioranza degli 80 consiglieri, anzi è il terzo partito dell’Aula. Il contingente più numeroso è quello di Fratelli d’Italia con 22 consiglieri a fronte di 6 con i quali il partito di Giorgia Meloni ha chiuso l’ultimo legislatura. Il Carroccio segue a 14, praticamente dimezzato. Quindi Forza Italia con 6 seggi, due in meno rispetto all’ultimo quinquennio. E, a chiudere il fronte del centrodestra, i cinque consiglieri di Lombardia Ideale, la lista del presidente Fontana, che nel 2018 aveva portato in Consiglio un solo consigliere, e “Noi Moderati“ di Maurizio Lupi, decisamente marginale con appena un solo rappresentante.

Sul fronte del centrosinistra, il partito con più seggi è il Pd: 17 in tutto, secondo solo a Fratelli d’Italia, tre in più della Lega, tre in più dell’ultima legislatura. Quindi il Movimento 5 Stelle con 3 eletti, a fronte dei 10 con cui ha chiuso il quinquennio precedente, il Patto Civico, la lista civica di Majorino, porta in Aula due eletti, infine un solo consigliere per l’Alleanza Verdi-Sinistra. Quanto ai centristi: quattro i consiglieri della Lista Moratti, tre quelli del sodalizio Azione-Italia Viva. Designati i posti, il primo vero grande nodo sarà quello della presidenza del Consiglio regionale. A giocarsela sono due campioni di preferenze: il leghista Alessandro Fermi, già presidente dell’assise nell’ultima legislatura, che a Como ha riscosso ben 13.883 voti, e Marco Alparone, candidatosi con Fratelli d’Italia a Milano e capace di raccogliere 7.796 voti.

Quindi la formazione della nuova Giunta regionale, una Giunta nella quale, specularmente a quanto avvenuto in Consiglio regionale, il peso di Fratelli d’Italia dovrà aumentare. A tal proposito Romano La Russa, assessore regionale uscente e fratello di Ignazio, presidente della Camera, contattato ieri da “Il Giorno“ ha confermato che il partito di Giorgia Meloni "aspira ad avere 8 assessorati" su 16. Ma, ha precisato lo stesso La Russa, "non vuol dire che ci spettino di diritto". Tra i nomi caldi ci sono, allora, Carlo Maccari, mantovano, già assessore regionale con Roberto Formigoni: per lui la delega alla Sanità o al Bilancio nel caso in cui la prima dovesse restare a Guido Bertolaso, come da intendimento del governatore Attilio Fontana. Altro nome che piace moltissimo in casa Fratelli d’Italia è quello di Ettore Prandini, presidente nazionaledi Coldiretti, al quale potrebbe finire la delega, pesante, all’Agricoltura o la vicepresidenza. A domanda in proposito, La Russa ha risposto: "Nome importante, sarei felicissimo di averlo con noi. Un nome da valutare". Un posto nell’esecutivo potrebbero averlo anche lo stesso Alparone, nel caso in cui non dovesse avere la presidenza del Consiglio regionale, e Franco Lucente, ex capogruppo. Ieri si è fatta insistente la voce del filosofo e docente universitario Stefano Zecchi come possibile assessore regionale alla Cultura, sempre per FdI, sebbene non abbia brillato quanto a preferenze (appena 948). In casa Lega il primo nodo – non semplice – è quello della conferma degli assessori uscenti. Quasi sicure quelle di Guido Guidesi, Massimo Sertori e Claudia Maria Terzi. Possibili quelle di Stefano Bolognini o Elena Lucchini, che ha dalla sua le 7.680 preferenze riscosse a Pavia.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro