
di Alessandra Zanardi
Chiese, cascine, castelli, antichi palazzi, cimiteri dismessi. Sergio Leondi è tra i massimi conoscitori del passato del Sud-Est Milanese, una zona che il 69enne peschierese, ex insegnante di lettere e da sempre studioso di storia locale, ha indagato a lungo, con l’obiettivo non solo d’individuare e valorizzare le tracce del tempo che fu, ma anche di scoprire aneddoti e curiosità. Allievo di Giuseppe Gerosa Brichetto, medico con la passione per la storia locale, Leondi ha iniziato a collezionare i primi testi di questa materia quando aveva 25 anni. E da allora scandaglia un territorio che nei secoli ha subìto profonde trasformazioni, geografiche, sociali ed economiche.
"La città aviatoria" è stato, nel 1983, il primo libro prodotto a quattro mani da Leondi e Brichetto, un excursus su quella parte di Milano che si è sviluppata attorno all’aeroporto Forlanini. Da allora, anche dopo la scomparsa del maestro, la fertile penna del peschierese non si è mai fermata. Settala, Liscate, San Donato, Colturano e Mediglia sono solo alcuni dei comuni, dei quali Leondi ha scritto, con incursioni anche nella vita di San Carlo, della famiglia Borromeo, del poeta Gaspare Visconti. L’ultima fatica dello studioso, "Patrioti del Risorgimento", racconta le imprese di due garibaldini milanesi, i fratelli Carlo e Alessandro Antongini, che come "tanti altri buoni italiani" diedero il loro contributo all’unificazione della Penisola.
"A volte mi stupisco di quanto ho prodotto, tanto più che dietro ogni libro c’è un lungo lavoro di ricerca e approfondimento", racconta l’esperto, che coi suoi volumi ha contribuito ad aprire una finestra su angoli di territorio talvolta inesplorati, talvolta bisognosi di un recupero. "Le più belle testimonianze del passato? I mulini. Hanno rappresentato le prime macchine della storia. Qualcuno è rimasto, ed è una meraviglia, come quello di Cascina Molinazzo a Mediglia e quello di Poasco, che serviva per pelare il riso, a Cascina Villa. Avrà almeno 200 anni".
Ora lo studioso si è offerto di regalare alla biblioteca comunale di Peschiera la sua collezione di libri di storia locale, che conta 1.200 titoli, compresi i 45 dei quali è l’autore. "In questo modo - spiega - la collezione resterebbe integra e andrebbe ad arricchire la già esistente sezione di storia locale in biblioteca". Ora la palla passa al Comune, che dovrà dare una risposta. Di certo si tratta di un patrimonio intellettuale "che verrebbe messo a disposizione non solo dei peschieresi, ma di tutti gli utenti del sistema bibliotecario dell’Est Milanese. Anche le nuove generazioni potrebbero avvicinarsi a una materia delle più affascinanti, che andrebbe insegnata pure nelle scuole".