ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

I fedelissimi del Komandante: "Noi, un mese in tour con Vasco. Ci vogliamo bene come fratelli"

Una trentina di superfan dal 3 giugno in tenda fuori dal Meazza per arrivare sotto il palco alla prima data. C’è anche chi andrà a tutti i concerti. "Veniamo da ogni parte d’Italia, siamo diversi ma lui sa parlarci".

I fedelissimi del Komandante: "Noi, un mese in tour con Vasco. Ci vogliamo bene come fratelli"

I fedelissimi del Komandante: "Noi, un mese in tour con Vasco. Ci vogliamo bene come fratelli"

Vasco Rossi di fede e devozione. Sembra quasi un culto, un tributo per un idolo (ma forse è solo amore) ad aver spinto oltre 30 superfan fuori dallo stadio di San Siro da lunedì 3 giugno, montando la tenda di notte e lavandosi nei bar della zona alla bell’e meglio per poter assistere sotto il fronte del palco alla prima data incendiaria, ieri sera, del tour milanese del Komandante, con una scaletta che ha riunito il repertorio dagli anni Ottanta ai giorni nostri. Il rocker al Meazza farà in totale sette concerti (si prosegue anche oggi e fino al 20 giugno), tutti sold out da tempo, per un totale di oltre 400mila spettatori. Vanno aggiunti gli altri 2,5 milioni dei 29 live precedenti a San Siro.

Fra loro c’è una combriccola ristretta degli iscritti a “Il Blasco“, il fan club ufficiale, fedelissima e disposta a tutto "per l’unica e vera rockstar italiana". "Ho comprato i biglietti di ogni data del tour, non solo per la “residency“ al Meazza, ho speso 1.500 euro ma “senza rimpianto“ come dice la mia canzone preferita “Se ti potessi dire“… C’è un clima bellissimo: arriviamo da tutta Italia, siamo diversi e con mille storie alle spalle, ma ci vogliamo bene come se fossimo fratelli e sorelle" racconta Giuseppe La Ferrara, 46 anni, da Enna, il tatuaggio della copertina di "Nessun pericolo… per te" in bella vista. Un tour de force da 13 tappe il suo, come quello del rocker emiliano. Con i primi due show in quel di Bibione, l’1 e il 2 giugno, dove il Blasco ha prima fatto un "soundcheck aperto" e poi la data zero del tour 2024 che proseguirà, dopo i live nel capoluogo lombardo (ieri ed oggi, poi 11, 12, 15, 19 e 20 giugno), con il poker di adunate a Bari, dal 25 al 30 giugno.

Giuseppe sarà presente sempre e ovunque coi suoi striscioni, riempiendo sempre più di braccialetti il suo polso: "Tornerò in Sicilia solo a luglio, non prima però di aver fatto il tradizionale pellegrinaggio a Zocca". Quanti concerti ha seguito nella

sua vita? "Boh, almeno un centinaio. Il primo è stato quello di Fronte del Palco nel 1990, proprio a San Siro, con mio fratello, che adesso ha 60 anni e se ne sta a casa con moglie e figli. Una data all’anno? Troppo poco, morirei….", dice.

Non scherza, in fatto di fedeltà, un’altra fan siciliana: Chiara Timmirello, 46 anni, da Giarratana, provincia di Ragusa, con l’autografo del Komandante tatuato sul braccio. "La prima volta che ho visto Vasco, nel 1993 per gli Spari Sopra tour, sono scappata di casa per andare ad Acireale e i miei hanno dovuto chiamare i carabinieri per strapparmi dalle transenne e riportarmi indietro. Da allora ho perso il conto dei concerti che ho visto. Questa volta però con mio marito staremo via oltre un mese, dormendo in tenda. La sensazione è bellissima, io i fan di Vasco li sento più simili di amici che conosco da una vita".

"A me piace proprio l’artista, con la sua vita fatta di saliscendi, buio e redenzione. Non che De Andrè o Dalla non abbiano mai parlato di emarginazione ma Vasco quell’esclusione e dolore li ha provati sulla pelle ed è per questo che risulta più credibile di tanti altri, meno incline a una posa intellettuale. Sebbene il suo pubblico sia trasversale per generazione, cultura, fascia di reddito, riesce a parlare al cuore di ciascuno, come se quella canzone l’avesse scritta pensando a lui", ragiona Domenico Bianchi, 42enne, da Rimini. "Come un poeta riesce a dare un nome a dolore e sentimenti vari che altrimenti non avrei saputo esprimere" conferma Michela Messina, 31 anni dalla provincia di Bergamo. C’è un Vasco intimista, ma anche un Vasco politico. Per Urbano Diserte, 47 anni, da Lecco, non sono due persone separate e rimarrà immortale non solo il suo repertorio ma anche "la sua lezione contro la guerra, la prepotenza, l’arroganza e l’ipocrisia".