I contagi spengono la magia delle giostre

Protesta al Comune di Melegnano dopo la cancellazione del luna park alla Festa del Perdono. "Abbiamo il diritto di lavorare"

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di Valeria Giacomello

Una Festa del Perdono senza il classico luna park, ma i giostrai non ci stanno e manifestano davanti al Comune il loro disappunto.

"Abbiamo il diritto di lavorare - dichiarano disperati -, da generazioni anche noi siamo parte integrante della Festa del Perdono e non ci possono buttare via così".

Una trattativa che va avanti da mesi anche se solo da poco il sindaco Rodolfo Brattoli ha sciolto le riserve annunciando che, salvo ulteriori impedimenti legati all’impennata del picco pandemico, dopo due anni di fermo quest’anno la storica festa si terrà, sia pure in forma ridotta, il prossimo giovedì 14 aprile.

"Dopo incontri inconcludenti - ha affermato Roberto Lionetti dell’Unione nazionale attrazionisti viaggianti - il Comune ha fissato una riunione il 24 marzo, ma sarebbe troppo tardi per riuscire a organizzare tutte le attività necessarie. Dopo la pandemia, ora hanno sollevato il problema delle baby gang. Abbiamo dichiarato la nostra disponibilità ad affrontare ulteriori spese per la sicurezza e a ingaggiare degli steward, ma a nulla è valso. Ci hanno proposto di cambiare il periodo, ma se esiste un problema di sicurezza a cosa serve semplicemente spostare una data? Perché invece in altre città ci hanno accolti senza fare storie?". Roberto Callegari, esponente dell’Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti, è venuto in appoggio dei colleghi: "A Melegnano ogni anno partecipavano 50 ditte a conduzione familiare - ha spiegato - e si parla di quasi 300 persone che negli ultimi due anni sono state lasciate ferme. È una situazione che non può essere protratta ancora". "Abbiamo famiglie da mantenere - ha ricordato Simone Grisetti - e in questi due anni ci siamo adattati a fare di tutto, dalla pulizia delle strade alla raccolta delle fragole. Abbiamo sofferto e lottato come tutti, ora che è arrivato il momento della svolta per le altre attività economiche perché invece la nostra categoria è l’unica a essere penalizzata?". "Ci sentiamo discriminati", ha confermato Egidio Macan. "Eppure abbiamo sempre collaborato fattivamente. Ad esempio, abbiamo messo a posto noi il suolo pubblico su cui abbiamo tenute le giostre negli anni passati e abbiamo affrontato tutte le spese necessarie di tasca nostra. Le tasse e le bollette a fine mese dobbiamo continuare a pagarle, ma cosa dovremmo fare, andare a rubare? Chiediamo di lavorare in forma ridotta, solo cinque giorni rispetto alle settimane in cui eravamo presenti prima della pandemia, per rifarci almeno in parte delle spese".

Secondo il sindaco Bertoli, che ha accettato di ricevere la delegazione guidata dal vicepresidente di Unav Massimiliano Bridio, il nodo principale starebbe nel ritardo con cui i giostrai sarebbero in grado di depositare i piani di sicurezza ma questi, a loro volta, rimpallano le responsabilità accusando il Comune di ritardi nella consegna delle planimetrie.

Una situazione di non facile risoluzione e per la quale il sindaco ha annunciato un timido cenno di apertura, invitando la delegazione a presentare la documentazione necessaria anche se non ci sono ancora garanzie definitive.

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