SIMONA BALLATORE
Cronaca

I 40 anni del Boccioni in mostra. Tra spazi riscoperti e l’arte di Scar

Le ex docce diventano una galleria d’arte, largo alle emozioni dei ragazzi (anche agli incubi, per affrontarli insieme)

I 40 anni del Boccioni in mostra. Tra spazi riscoperti e l’arte di Scar

I 40 anni del Boccioni in mostra. Tra spazi riscoperti e l’arte di Scar

Una mostra, la conquista di spazi prima inesplorati per fare largo all’arte degli studenti e il ricordo, forte, di chi se n’è andato troppo presto, ma splende ancora nella sua scuola. Così il liceo artistico Boccioni apre i festeggiamenti per il suo quarantesimo compleanno. "Un’occasione per riscoprirci comunità, per aprire le porte alle famiglie e al quartiere", sottolinea la preside Stefania Giacalone, nostra guida tra i corridoi e i locali nascosti, trasformati in gallerie d’arte, che si potranno esplorare anche oggi, mentre a ottobre la storia sarà raccolta in un libro.

Si comincia dal foyer del Boccioni, che ospita un omaggio ad Armando Testa. "Ci siamo resi conto dell’impatto che ha avuto non solo per la grafica italiana, ma mondiale – sottolinea Mattia –: prima lo abbiamo studiato, poi abbiamo interpretato con il nostro stile le sue opere". Ciascuno ne ha adottata una, facendola propria. Il viaggio continua in quella che in origine era la chiesa dell’istituto per sordo-muti di piazzale Arduino, diventata ora spazio espositivo (presto sarà insonorizzato): “Odio e violenza“ il fil-rouge della mostra curata dalle quarte e dalle quinte, con la professoressa Franca Alparone. "Tema non leggero – sottolinea – ma è quello che respirano. Lo hanno sentito, hanno portato i loro vissuti, il loro intimo". Ogni opera è diversa dall’altra, porta a galla incubi, cerca appigli. "Ho rappresentato la rabbia, come una camicia di forza. Per capire da dove arriva bisogna però guardare dietro la statua – racconta Alice, indicandoci la chiave e un dettaglio ripreso dall’artista rinascimentale Bosch –: tutto parte da un’ingiustizia, ci sentiamo non ascoltati".

Si scendono le scalinate del liceo e si sente la colonna sonora dell’acqua che scorre. Qui, infatti, quando la struttura ospitava il convitto, c’erano le docce. Il professore Salvatore Rugino, in collaborazione con il Politecnico di Milano e i ragazzi, ha riprogettato questi spazi prima inutilizzati e per anni nel fango. Due le mostre ospitate oggi: “40 anni Boccioni“, con la storia del liceo attraverso i lavori di studenti ed ex studenti e un “Laboratorio di architettura letteraria“, che svela la struttura anche delle pagine di Italo Calvino. "Lo spazio diventerà permanente, i ragazzi hanno curato gli allestimenti", annuncia la preside.

Al primo piano è invece in mostra il design, che si interroga sul tema del cambiamento climatico e sul come far capire l’importanza del problema ai cittadini, “scrollandoli“. I ragazzi di quarta di architettura hanno invece ultimato un murale e riletto gli spazi attraverso il colore. Prima di lasciarci il Boccioni alle spalle, entriamo in un altro corridoio, al piano terra, quello di Grafica. Un’altra galleria d’arte diventerà permanente: è lo “Spazio Scar“, dedicato a Dario, uno studente del Boccioni, che tanto manca.

"Dario era in quinta, è sempre stato innamorato di questa scuola: era il suo ambiente – ricorda il papà, Ennio –. Sin da piccolo raccoglieva i sassi da terra e ci faceva i disegnini sopra. Era un artista nato". Oggi purtroppo non c’è più. "E allora volevamo lasciare un ricordo anche qui – continua il papà –, qualcosa di buono che non rattristi le persone e aiuti i giovani e i ragazzi. Con l’aiuto della preside e degli insegnanti si è deciso di creare una mostra dedicata a Dario, a “Scar“, come si firmava lui. C’è anche il suo autoritratto e abbiamo messo insieme i disegni del suo quadernetto". “Spazio Scar“ è anche un modo per stare insieme e - appunto - riscoprirsi comunità. "I suoi genitori ci hanno donato anche questo espositore – mostra la dirigente –: sarà a disposizione degli studenti che vorranno mettere in mostra quello che fanno, dando spazio alla creatività extrascolastica". Mentre si progetta già a un premio artistico, nel nome di Scar. "È nel cuore di tutti: resterà qui per sempre".