
Paura in un hotel di via Filzi a Milano
Milano, 10 agosto 2017 - Solo tanta paura alla fine. Per fortuna, non ha avuto gravi conseguenze la fuga di monossido di carbonio che ha coinvolto ieri mattina l’hotel Marconi di via Filzi 3, a due passi dal Pirellone. Il bilancio: 56 persone visitate in tutto e 28 ricoverate in ospedale in condizioni non preoccupanti; per 6 di loro, compreso un bambino, si è reso però necessario un trattamento in camera iperbarica. La prima a sentirsi male è stata una bambina francese di 10 anni, in vacanza a Milano con la sua famiglia. I genitori hanno immediatamente allertato i responsabili del quattro stelle in zona Stazione Centrale, che a loro volta hanno chiamato il 112. "Il rilevatore del monossido ci ha immediatamente segnalato la presenza in quantità considerevoli", ha spiegato a fine intervento uno dei paramedici intervenuti per primi attorno alle 9.
Altre decine di persone hanno poi iniziato man mano ad avvertire i classici sintomi da intossicazione da monossido di carbonio: nausea e giramenti di testa soprattutto. Immediata l’evacuazione delle 142 persone, tra ospiti e personale della struttura, in quel momento presenti all’interno dell’hotel; sul posto anche polizia, agenti della locale e vigili del fuoco per coordinare le operazioni di soccorso. A fine giornata, ecco i numeri definitivi forniti dall’Agenzia regionale emergenza urgenza: 56 pazienti complessivamente visitati sul posto e 28 ricoverati in ospedale per sintomi da intossicazione da monossido di carbonio; 10 sono stati portati al Niguarda (di cui 6, compreso un bambino, in camera iperbarica), altri 10 al Policlinico e 8 al Fatebenefratelli (di cui 4 posti in ossigenoterapia).
Le indagini sulle cause sono state affidate ai vigili del fuoco, che hanno effettuato già ieri mattina tutti i rilievi del caso sullo stabile: la loro attenzione si sarebbe concentrata in particolare sugli ultimi due piani dell’edificio, al momento interessati da importanti lavori di ristrutturazione. E la fuga di monossido di carbonio sarebbe stata causata – secondo una prima ipotesi ancora da verificare e tuttora al vaglio dell’autorità giudiziaria – dalla rottura accidentale di un tubo che a sua volta ha consentito al gas tossico di entrare in circolo nell’impianto di aerazione del palazzo. Da lì, la sostanza nociva si è diffusa rapidamente nelle stanze, provocando malori e intossicazioni. Alla fine, tanto spavento, ma nessuna conseguenza grave per i 142 ospiti dell’hotel Marconi.