"Ho cambiato cinque scuole in cinque anni Il mio sogno è insegnare alle primarie"

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Il cammino nella scuola era cominciato a Trastevere, in un istituto superiore linguistico, dopo il diploma magistrale e una laurea in Lingue. Poi la borsa di studio a Bruxelles per giornalismo, moda e lifestyle, il trasferimento a Milano, l’insegnamento all’istituto Ied e Marangoni e una carriera che l’ha portata mettersi in proprio e a lavorare nel marketing e nella comunicazione. Anna Bartolini da cinque anni è tornata al primo amore, la scuola.

Perché?

"Ci ho sempre pensato negli anni, ma non trovavo il terreno giusto perché avevo sempre richieste da aziende e associazioni di imprenditori e non riuscivo a staccarmi da quel lavoro. Ho viaggiato molto. Poi davanti alla crisi del 2014 mi sono fatta qualche domanda in più e ho deciso di riprendere in mano il percorso".

Ha già partecipato a un concorso?

"Sì, nel 2020. Ma non avevo idea di come funzionasse. Per essere la prima volta non è andata neppure male, mi hanno detto. L’ho fatto per fare esperienza".

Ci riproverà?

"Assolutamente sì e non mi arrendo. Ho la laurea, il diploma magistrale, le certificazioni e tutte le carte in regola. So che ho cominciato tardi, ma è quello che voglio fare. Certo, ho riscontrato anch’io difficoltà nelle impostazioni delle domande. Uno può studiare ed essere preparato quanto vuole ma non basta".

Com’è stato l’impatto col mondo della scuola?

"Mi sono trovata benissimo. Ho cercato di portare le mie competenze all’interno della scuola, creando punti di convergenza. Io mi sono specializzata negli anni anche nella comunicazione digitale e offline e le mie conoscenze, i miei master li ho messi al servizio degli allievi e dei colleghi. Ho creato laboratori divertentissimi per la primaria, formato i bambini anche all’utilizzo di tablet e computer, mostrando come fare ricerche mirate, guidandoli. Ho lavorato in modo trasversale, soprattutto alla primaria, inserendo elementi di linguistica, logico-matematici, di storia. I risultati e i laboratori sono serviti anche come spunto in altre classi e per lavorare con ragazzi con bisogni educativi speciali e disabilità".

Temi attualissimi...

"E la scuola non sempre è preparata e li sa affrontare. Ma non è vero che ci sono insegnanti che non vogliono mettersi in gioco e troppo statici. Ho avuto la fortuna di essere in buona compagnia. Bisogna spostare un po’ di più l’asse della scuola".

In cinque anni in quante scuole ha insegnato?

"Cinque. Ho iniziato con 12 ore su area linguistica e 12 ore su potenziamento in due scuole dello stesso istituto comprensivo. Una grandissima esperienza. Gli insegnanti del potenziamento sono quel valore aggiunto che purtroppo le scuole spesso non utilizzano a dovere perché finiscono per coprire le assenze. Poi sono passata sul posto comune in altre scuole sempre di Milano città. Alla fine dell’anno resta un grande dispiacere. I genitori ci restano sempre malissimo: “Ci sarà il prossimo anno vero?“, E sai già che non sarà così".

E dove sarà il prossimo anno?

"Vince l’algoritmo. Anche se metto la scuola nella quale sono già stata come prima preferenza l’algoritmo guarda solo il punteggio e salta di qua e di là".

Quando attende la chiamata?

"L’anno scorso ho cominciato subito, l’8 settembre. Gli anni precedenti fra fine settembre e inizio ottobre. Il contratto al 90% è fino al 30 giugno".

Il sogno?

"Posso insegnare anche alle medie e alle superiori ma preferisco la primaria, è più stimolante. Perché riesci a lavorare più sull’interdisciplinarietà, perché gli alunni sono più ricettivi. Sono all’inizio del loro percorso, se dai le basi giuste li vedi davvero crescere".Si.Ba.

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