
La cerimonia nel cimitero di Pozzuolo per ricordare Hanna Herasimchyk
"Quando tutto sarà finito la porterete a casa. Fino ad allora non temete: avremo cura noi di lei". L’abbraccio della comunità di Trecella ad Hanna Herasimchyk, la 46 enne bielorussa tragicamente morta a Trecella un anno fa, e alla sorella Tatiana. Presente, visibilmente commossa, alla cerimonia che ieri mattina ha battezzato la lapide realizzata, grazie alla generosità dei cittadini, sulla sepoltura di Hanna: marmo chiaro, la fotografia della donna, una scarpetta rossa incisa "per ricordare, e invitare alla riflessione", una scritta affettuosa, "Dalla comunità di Trecella".
La data del ritrovo al piccolo cimitero della frazione, dove Hanna riposa, non è casuale: esattamente un anno fa, il 13 giugno 2024, il corpo della 46enne fu ritrovato nell’appartamento dove la donna viveva con il compagno, Konrad Marek Daniec. Che, da dicembre, è in carcere con l’accusa di averla uccisa. Nessun riferimento all’uomo durante il momento di raccoglimento dedicato ad Hanna, vittima di femminicidio. Una benedizione, a suo tempo accordata dalla famiglia (Hanna era di religione ortodossa), da parte del parroco don Daniele Caspani. Una preghiera a Maria letta dai ragazzi dell’oratorio: "Oggi abbiamo bisogno di te come donna. Per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza e quelle che ancora ne sono vittime, in questa città, in Italia, nel mondo. Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti. Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime, e quelle dei loro cari". In rappresentanza dell’amministrazione comunale il sindaco Angelo Caterina e l’assessora Stefania Pedroni.
A rappresentare la comunità Davide Pinto, l’esercente che promosse in paese la raccolta di fondi per la lapide. All’assessore il compito di portare i saluti del legale della famiglia, "nel giorno in cui ricorre il primo anniversario della scomparsa di Hanna, la cerimonia commemorativa rappresenta per i suoi familiari un gesto di profonda solidarietà e generosità, sensibilità autentica e vicinanza commovente". Sulla lapide della donna le lacrime della sorella Tatiana, arrivata in volo da Valencia, dove vive, e giunta al cimitero con il compagno e l’amico e rappresentante della famiglia Marco Giovanniello. "Ringrazio tutti, siamo commossi - così la donna -, anche se a mia sorella non doveva accadere tutto ciò". La cerimonia commemorativa per Hanna Herasimchyk era stata annunciata qualche settimana fa, si è scelto poi, in accordo con i familiari, di rinviarla alla data, più significativa, dell’anniversario. La comunità trecellese seguì con trepidazione, dolore e sgomento la vicenda: il ritrovamento del corpo nell’appartamento che Hanna aveva acquistato con i suoi risparmi, il mistero e le indagini, infine l’arresto del compagno, a svelare lo scenario più tragico e brutale. Il processo a carico dell’uomo, accusato di aver strangolato la donna durante una lite nella notte fra l’11 e il 12 giugno 2024, dovrebbe prendere il via a Milano il prossimo 2 luglio. La famiglia lontana è sempre, spiega ancora la sorella, in continuo contatto con gli inquirenti.