REDAZIONE MILANO

Chiude il Museo del Fumetto di Milano, il Comune risponde sul caso: “Debito di 160mila euro nonostante le agevolazioni al 70%”

L’amministrazione chiarisce i motivi economici dietro la chiusura dello Spazio Wow. Proposta una permanenza temporanea in attesa del nuovo bando. Domenica festa d’addio o arrivederci

WOW Museo del fumetto. In foto il direttore Luigi Bona (Ansa/Davide Canella)

WOW Museo del fumetto. In foto il direttore Luigi Bona (Ansa/Davide Canella)

Milano – Il caso dello Spazio Wow - Museo del Fumetto di viale Campania ha scatenato un polverone social e mediatico che ha portato Palazzo Marino a pubblicare una nota ufficiale dettagliata. La versione del Comune di Milano, diffusa dopo l’annuncio della chiusura prevista per domenica 15 giugno, ha spiegato la natura economica della vicenda.

Secondo l’amministrazione comunale, il debito accumulato dalla Fondazione Franco Fossati supera i 160mila euro per canoni non corrisposti, “oltre ad altri tributi locali non versati”. Una cifra che continua a crescere e che affonda le radici in 14 anni di rapporto contrattuale, di cui 8 di vigenza ordinaria e 6 di rinnovo.

I numeri riportati dal Comune

La ricostruzione del Comune parte dal 2011, quando la Fondazione Fossati vinse il bando per la gestione dello spazio con un canone annuale di 29.210 euro più IVA, rivalutabile secondo l’indice Istat. Un importo che oggi, dopo le rivalutazioni, ammonta a 36.792 euro più IVA al 22%. Ma la cifra, sottolinea Palazzo Marino, rappresenta già uno sconto del 70% rispetto al canone di mercato per un edificio di oltre 1.178 metri quadrati “in una zona non periferica della città”.

Il punto più controverso riguarda i tempi della comunicazione. Mentre la Fondazione lamenta di aver ricevuto la lettera che consente la permanenza “tardivamente”, il Comune ribatte che “oltre un anno fa” aveva già comunicato “le condizioni necessarie per l’ulteriore proroga della concessione, prevedendo un percorso di risanamento del debito attraverso strumenti quali la rateizzazione e la fideiussione”. Soluzioni che, secondo l’amministrazione, “non sono state adottate dal gestore dello Spazio WOW”.

Emerge poi un dettaglio economico: dal settembre 2013 ad oggi, la Fondazione ha incassato “un canone mensile superiore a 4.000 euro dal gestore del bar-caffetteria annesso al Museo”. Introiti che, secondo il Comune, potrebbero “coprire integralmente” il canone rivalutato richiesto per rimanere nell’immobile fino alla nuova gara.

La proposta attuale prevede che la Fondazione possa restare negli spazi pagando un’indennità di occupazione pari all’ultimo canone annuo dovuto, fino all’aggiudicazione del nuovo bando che dovrebbe essere pubblicato “entro il mese di giugno”. Se vincitrice, potrà continuare a gestire lo spazio e tenere aperto il museo. In caso contrario, avrà 15 giorni per liberare i locali.

L’assessore: “La vicenda mi addolora”

L’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ha voluto prendere posizione personalmente: “La vicenda mi addolora molto. Alla Fondazione Fossati ho sempre riconosciuto un merito culturale, di competenza in materia e di grande passione. Dal giorno in cui hanno esplicitato le loro sofferenze economiche e le loro difficoltà mi sono da subito attivato perché potessero intraprendere un dialogo diretto e serio con tutti gli uffici competenti con l’Avvocatura al fine di individuare condizioni e soluzioni che non avrebbero pregiudicato loro la partecipazione al bando di prossima uscita. Al tempo stesso mi sono assicurato che potessero legittimamente non abbandonare immediatamente i locali permanendo all'interno dell'immobile fino a nuova aggiudica. Chi conosce le norme e le leggi vigenti sa che ogni altra azione fuori da questo perimetro da parte mia sarebbe illegittima oltre che impossibile”.

La versione comunale sembra quindi ridimensionare la narrazione di una chiusura improvvisa e burocraticamente cieca. Resta da vedere se la Fondazione accetterà la proposta di permanenza temporanea e se riuscirà a vincere il nuovo bando per continuare la sua attività culturale in viale Campania.

La replica della Fondazione

La Fondazione Franco Fossati, dopo la nota del Comune, “ribadisce che l’impegno dell’assessore Sacchi nell’aprire un dialogo con l’avvocatura è stato assolutamente risolutivo, benché avviato solo ed esclusivamente lo scorso aprile a seguito della campagna stampa sulla scadenza della concessione. Il museo ha ricevuto intimazione a lasciare i locali entro il 15 giugno ai primi del mese e solo successivamente a questa una proposta diversa per consentire di restare fino al bando. Quello che però chiede la Fondazione è che dopo 14 anni di ammirata e più volte elogiata attività culturale non si possa parlare di inserimento del museo nel tessuto culturale milanese invece che di canoni d’affitto”. La festa di domenica, annunciata dalle 15 alle 20, resta confermata, ma ora non è più chiaro se si tratterà di un addio definitivo o di un possibile arrivederci.