Guerra e rincari Emergenza per le imprese

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Alberto

Dossi*

impatto della guerra in Ucraina sui prezzi delle materie prime continua a essere intenso e diffuso. Il gas naturale europeo è tra le materie prime che evidenzia l’aumento delle quotazioni più elevato dal pre Covid (+740% il 1904) e tale incremento è spiegato per circa un quinto dagli aumenti registrati dopo lo scoppio del conflitto. In particolare, le quotazioni del gas continuano a essere caratterizzate da intense oscillazioni: dopo il picco di inizio marzo, quando ha sfiorato i 220 euro per MWh, il prezzo è ora a 94 euro per MWh (dato al 19 aprile), comunque sopra i livelli registrati prima dello scoppio della guerra in Ucraina (76 euro per MWh nella media delle prime tre settimane di febbraio). Sono diverse le materie prime le cui quotazioni risentono in maniera pesante del conflitto. In particolare, gli effetti risultano consistenti per il prezzo del frumento.

È un’emergenza senza precedenti, i rincari stanno pesantemente erodendo i margini delle imprese, al punto che si paventa il rischio di una riduzione della produzione di molte aziende manifatturiere, una su 4 se il conflitto durerà oltre i prossimi 3 mesi. La priorità, ora, è mitigare gli impatti dell’aumento dei prezzi per garantire la continuità produttiva delle imprese. Non bisogna però perdere di vista l’obiettivo a lungo termine, che deve essere quello di favorire una politica energetica improntata a uno sviluppo equilibrato e senza pregiudizi delle diverse tecnologie e fonti energetiche sostenibili. Sviluppo che riduca il più possibile la dipendenza energetica da Paesi politicamente instabili come la Russia.

*Vicepresidente vicario

Assolombarda

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