Greenwood Yorke e Skinner: trio dei sogni e idee da lockdown

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Che bisogno hanno Jonny Greenwood e Thom Yorke di scartare di lato l’epopea Radiohead e costruirsi un’avventura parallela al fianco di Tom Skinner, conosciuto soprattutto come batterista del quartetto jazz “Sons of Kemet“?

La risposta sta nel concerto con cui il Trio domani sera vara sul palco del Fabrique il suo tour italiano.

Quello di “The Smile“ è, infatti, un progetto decisamente diverso rispetto alle colonne sonore prodotte da Greenwood nelle sue avventure soliste così come alle incursioni di Yorke nella musica classica moderna o al suo sodalizio negli “Atoms for Peace“ insieme con il fidato produttore dei Radiohead, Nigel Godrich.

Il riscontro live è reso necessario dal fatto che l’album “A light for attracting attention” non offre grandi risposte all’interrogativo iniziale suonando alla Radiohead pur non essendo Radiohead.

L’astronave madre di Greenwood e Yorke è ferma, infatti, da sei anni, dall’ultimo acuto discografico risalente a “A moon shaped pool”.

"Il progetto The Smile è nato dal desiderio di lavorare con Thom Yorke su delle idee musicali durante il lockdown causato dalla pandemia", racconta Greenwood.

"Volevamo soltanto completare assieme una serie di pezzi che si trovavano ancora in stato embrionale", quasi si schermisce.

Prodotto dall’irrinunciabile Godrich, “A light for attracting attention” trova esecuzione (quasi) integrale nello spettacolo di domani sul palco milanese del Fabrique, a cominciare da quella “Pana-vision” attinta pure dalla colonna sonora della serie televisiva britannica di culto “Peaky Blinders”.

"Mi piace provare modi diversi per scrivere i testi, per assemblare la musica" ha detto da parte sua Yorke. "Mi piace imparare a confrontarmi sempre con nuovi strumenti, quando posso, proprio come fa Jonny".

A. S.

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