Il green pass entra in aula: primi (pochi) prof respinti

Controlli senza intoppi, ma qualche protesta, certificati di malattia e dubbi. A casa alcune educatrici comunali. La Flc-Cgil: "Green caos scaricato sui presidi"

Il controllo del green pass con il tablet

Il controllo del green pass con il tablet

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Milano - Sono entrati alla spicciolata, col cellulare in mano per mostrare il loro green pass. Così la carta verde obbligatoria ha fatto il suo ingresso nel mondo della scuola, una manciata di giorni prima del rientro di massa degli studenti. "Situazione sotto controllo", ripetono dall’ufficio scolastico regionale. "Al momento non abbiamo segnalazioni di problemi riguardo alla nuova procedura per accedere nelle scuole da parte del personale", conferma il provveditore milanese Yuri Coppi. Non è mancata qualche lamentela al portone. Come pure qualche certificato di malattia arrivato in mattinata e firmato da chi, tra prof e collaboratori scolastici, nei giorni scorsi aveva già annunciato che non si sarebbe vaccinato. Altri si sono presentati col tampone negativo: "Andrà a finire che lo stipendio servirà a pagarci tamponi ogni 48 ore", ha sbuffato qualcuno alle porte del Tito Livio - dove tutto è filato liscio, compreso l’arrivo di una decina di prof nuovi che hanno preso servizio - mentre un docente del comprensivo Pini senza green pass ha voluto farselo mettere per iscritto che non poteva entrare. Tutto regolare al liceo scientifico Volta dove il collegio docenti era stato convocato in presenza. C’era anche il preside Domenico Squillace a controllare insieme ai due delegati: "Un paio di giorni e la piattaforma informatizzata sarà messa a punto, è già pronta e questo ci rassicura perché il controllo giornaliero insieme all’ingresso degli studenti sarebbe più problematico", spiega. Due docenti sono dovuti tornare a casa: "Ma per documentazione incompleta e problemi burocratici che si risolveranno nei prossimi giorni". Restano diversi punti da chiarire. "C’è chi si è ammalato di Covid nella seconda ondata, ha fatto la prima dose e non deve fare il richiamo – ricorda Squillace –. Peccato che non riesca ad avere il green pass. E a Milano sono 2.500, tra i quali un centinaio di insegnanti. Anche da noi abbiamo un caso simile: io mi sono rivolto al medico competente e ho fatto mandare a lui tutta la documentazione della malattia per ammetterlo".

In altre province lombarde - come Brescia, Bergamo e Monza - qualche episodio di tensione al debutto del green pass c’è stato anche se sporadico. "Era inevitabile – scuote la testa Tobia Sertori, Flc Cgil –. Era il primo giorno dell’anno scolastico, senza studenti ma con riunioni, esami, personale che doveva prendere servizio. E le segnalazioni ci sono arrivate, come ci aspettavamo è “green caos“. C’è chi non aveva il green pass perché si era vaccinato da meno di 15 giorni, chi aveva il foglio cartaceo con l’esito del tampone, chi avrebbe diritto all’esenzione per patologie come dice il suo medico curante ma il medico vaccinatore non lo contempla. E c’è chi voleva entrare pur non essendo vaccinato ed è stato fatto allontanare dai carabinieri". "Casi sparsi sul territorio – sottolinea – ma la situazione è complessa e non può essere scaricato tutto sui dirigenti scolastici. Buona cosa sarebbe stata una fase di transizione per l’applicazione di questo strumento. Altrimenti è come buttare il sasso in uno stagno, scaricando la gestione delle onde che si formano a chi si trova ad affrontare questa situazione". Prime maestre respinte anche nelle materne e nei nidi del Comune di Milano. "Ci hanno segnalato un paio tra le nostre educatrici scolastiche che hanno chiesto di entrare negli asili senza green pass – ha detto il sindaco Giuseppe Sala, a margine di una visita agli Orti di via Padova –. Le richieste sono state respinte, ma confidiamo nel buon senso delle persone".

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