
Torre Milano
Milano, 27 settembre 2019 - Sono in corso i lavori che daranno vita alla Torre Milano in via Stresa all’angolo con piazza Carbonari, vicino via Melchiorre Gioia. Sulla carta spicca il grattacielo di oltre 80 metri per 24 piani di altezza, residenziale, che ha già fatto storcere il naso agli abitanti dei palazzi attorno, preoccupati dell’impatto «in una zona con edifici molto più bassi, in cui i parcheggi scarseggiano. Non vediamo neppure la continuità con i grattacieli di Porta Nuova». Il progetto però ha incassato tutti i nulla osta e conquistato centinaia di potenziali acquirenti. Colpo di scena: dalla parte del gruppo “dei no”, martedì sera si è schierato il Consiglio di Municipio 2 approvando all’unanimità una mozione bipartisan presentata dai consiglieri Luca De Riva (Lega), presidente della commissione Territorio e Lavori pubblici, e Alberto Proietti (Sinistra X Milano): «Nel confermare la propria contrarietà al progetto, il Consiglio di Municipio invita il Consiglio comunale di Milano e l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran a rivalutare il progetto, preferendo una soluzione alternativa che impatti di meno sulla cittadinanza e sul quartiere» e «ad aprire un nuovo confronto tra cittadini, impresa costruttrice (Impresa Rusconi e Storm.it, ndr) e Municipio 2 per elaborare un nuovo progetto». Un segnale forte, rafforzato da una seconda mozione che chiede al Comune «di modificare il Regolamento dei Municipi e il Regolamento edilizio, ripristinando la possibilità per i Consigli di Municipio di esprimersi sui permessi di costruire», che è stata rimossa. «Soddisfatti di aver portato il Consiglio sulla nostra posizione», sottolinea Gabriele Colli Lanzi, tra i promotori del comitato “Torre di via Stresa - torre insostenibile”. I sostenitori del progetto ricordano che questo è il primo realizzato tramite “equity crowdfunding”, significa che investitori hanno potuto partecipare a una raccolta di capitali per 750mila euro promossa su una piattaforma on line. Ma anche che la torre prende il posto di un edificio abbandonato che occupava uno spazio superiore rispetto a quello del grattacielo. La superficie “in eccedenza” sarà coperta di verde. Non solo: gli oneri di urbanizzazione di 2 milioni di euro serviranno a riqualificare parti del quartiere.