Grattacielo andato a fuoco Cento parti civili

Grattacielo   andato a fuoco  Cento parti civili

Grattacielo andato a fuoco Cento parti civili

MILANO

Si è aperta con oltre 100 "persone offese", tra cui in gran parte condòmini pronti a costituirsi parti civili per chiedere i danni, l’udienza preliminare, davanti al gup Ileana Ramundo, sul caso del maxi incendio della Torre dei Moro, il grattacielo di 18 piani che prese fuoco come una torcia il 29 agosto del 2021, senza causare vittime. Per alcuni difetti di notifica e per la necessaria traduzione in spagnolo degli atti l’udienza è stata aggiornata al prossimo 22 giugno, quando effettivamente le persone offese, attraverso i loro avvocati, potranno chiedere di entrare nel procedimento come parti civili. Tra i legali l’avvocato Alessandro Keller, che rappresenta il condominio e anche una ventina di condòmini singolarmente. Il pm Marina Petruzzella nei mesi scorsi ha chiesto il processo per disastro colposo per 18 persone, tra cui Alberto e Roberto Moro, i costruttori dell’edificio di via Antonini, la moglie del primo, Stefania Grunzweig, amministratrice della società committente e venditrice degli appartamenti, e anche due spagnoli, il legale rappresentante e l’export manager di Alucoil, l’azienda spagnola produttrice dei pannelli che rivestivano il grattacielo e che sono stati ritenuti dalla Procura "altamente infiammabili". E anche per sei responsabili di Zambonini spa, che si occupò dei lavori delle "vele" della facciata della Torre. Il maxi rogo, scoppiò per una serie di "macroscopici vizi di progettazione ed esecuzione" delle facciate fatte di pannelli infiammabili. Scelti perché più economici, ma non omologati e che hanno trasformato il grattacielo in una "torcia".

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