MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Gli agenti della penitenziaria: "I 47 colleghi non bastano. E troppi maggiorenni detenuti"

Il segretario generale Sappe: "Nociva la presenza di reclusi fino ai 25 anni. Lo segnaliamo da tempo". Chiesto un potenziamento di personale "con una certa anzianità per poter fronteggiare emergenze".

Gli agenti della penitenziaria: "I 47 colleghi non bastano. E troppi maggiorenni detenuti"

Gli agenti della penitenziaria: "I 47 colleghi non bastano. E troppi maggiorenni detenuti"

"Sembra non esserci più differenza tra carceri per adulti e istituti penitenziari minorili. Chi è più grande, spesso, è un pessimo esempio. E i problemi nascono spesso da qui. Si aggiunge il fatto che, al Beccaria, gli agenti non sono in numero sufficiente a garantire un turn over quotidiano, e molti di loro sono giovani con poca esperienza". Lo sottolinea il segretario generale del Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece, che il giorno dopo la rivolta (l’ennesima) al carcere minorile Beccaria, torna sull’argomento.

Pensa che la presenza dei maggiorenni sia tra le cause principali dei problemi?

"Il problema esiste da anni, almeno 4, da quando la politica ha stabilito che anche i detenuti maggiorenni fino a 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili. Questo destabilizza il sistema: abbiamo chiesto che non ci siano più over 21 negli istituti penitenziari minorili. E bisogna anche sfoltire il numero dei ragazzi nelle singole strutture, per favorire la rieducazione. Adesso in tutta Italia abbiamo quasi 530 detenuti minori, che vanno seguiti in modo adeguato".

Avete presentato richieste precise?

"Sì, abbiamo già chiesto ai vertici del Dipartimento della giustizia minorile e di comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da minori stranieri non accompagnati, con profili criminali di rilievo già dai 15-16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni. Messi insieme creano una situazione “esplosiva“, di difficile gestione".

I 47 agenti “promessi“ dopo gli arresti del mese scorso sono arrivati?

"Sì. Ma non bastano: occorre un potenziamento, perché non sono sufficienti per la rotazione dei turni e si tratta comunque di personale in condizioni precarie. Ma non è solo questione di numeri".

Cioè?

"Il personale nuovo è composto prevalentemente da agenti giovani, con poca esperienza, soprattutto negli istituti penitenziari minorili. Bisognerebbe invece avere personale con anzianità alle spalle, che sappiano come intervenire in caso di emergenza. Emergenza che ormai sembra essere diventata la normalità. Anche diminuire il numero dei ragazzi all’interno delle singole strutture potrebbe fare la differenza".

Si sta lavorando anche in questa direzione?

"Da quel che so, si sta accelerando l’apertura di nuove carceri, per esempio a Rovigo, a Lecce e a Lanusei, in provincia di Nuoro. C’è bisogno di strutture che siano pensate per i minori, differenziandole il più possibile da quelle degli adulti".

Al Beccaria com’è la situazione, dopo la rivolta di mercoledì?

"Sempre difficile. Sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che la situazione in questo istituto penitenziario minorile è sempre ad alta tensione. La polizia penitenziaria continua a “tenere botta“ ma non si può andare avanti così: gli agenti vanno tutelati".