"Giuseppe Agrati capace d’intendere e volere"

La relazione dello psichiatra inchioda l’uomo unico indiziato dell’incendio che nel 2015 causò la morte delle sorelle Carla e Maria

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di Christian Sormani

"Era capace di intendere e volere al momento dell’incendio". Questa in estrema sintesi la relazione presentata in tribunale da Marcello Diurni, lo specialista incaricato dalla corte, che ha scavato a fondo nella psiche dell’imputato, unico accusato della strage in cui morirono le sorelle Carla e Maria. Quindi Agrati era cosciente la notte del 13 aprile 2015. L’accusa lo ritiene colpevole di aver innescato il rogo che devastò l’appartamento nel centro di Cerro Maggiore e adesso anche lo specialista fa emergere un ritratto preoccupante: "Dalla perizia è emerso che la condizione clinica di Agrati non appare riconducibile a una sindrome delirante ma è riconducibile a un disturbo della personalità, di tipo misto con tratti del custer A ossia schizoidi, schizotipici e paranoidei - ha relazionato il medico - L’eccentricità e bizzarria del pensiero, alcuni screzi paranoidei di esso, il distacco emotivo, lo stile di vita ritirato e chiuso nelle proprie fantasie, la gamma ristretta delle relazioni interpersonali, gli interessi solitari e la povertà del funzionamento globale sono tutti segni di una personalità disarmonica".

Questa la disamina di Diurni, che ha anche spiegato di avere davanti una persona disturbata da diverse fantasie: un figlio con Judie Forster, brevetti mai realizzati, altre realtà inesistenti. "Quello che afferma sono convinzioni personali che sembrano colmare le mancanze di una posizione lavorativa gratificante. Lui immagina fantasie lavorative internazionali, brevetti milionari e altro. Ma la realtà è l’isolamento affettivo limitato al contesto familiare. Da lui emergono racconti fantastici e immaginativi, un’identità più accettabile e adeguata a fronte di una condizione esistenziale incompiuta. Certamente non mancano spunti di coloritura paranoidea ma non sono sistematizzati in una costruzione delirante lucida, ramificata e intesa in termini di adesione affettiva".

Una relazione che ha convinto anche la difesa dell’imputato che adesso chiede la scarcerazione: "Agrati può essere considerato un mitomane a tutti gli effetti. Le contraddizioni da lui mostrate nel primo interrogatorio in carcere possono essere spiegate dal suo stato di tensione per l’essere stato arrestato" ha spiegato l’avvocato difensore Giuseppe Lauria. "Noi continuiamo a dire che dopo un anno di processo non è mai stata dimostrata la presenza di presunti inneschi dolosi in quell’abitazione. Quindi di esigenze cautelari per farlo rimanere in carcere non ce ne sono sono più".

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