Milano – Saranno gli accertamenti tecnici a restituire conferme sulla premeditazione e i quattro fondamentali quesiti autoptici a dare una risposta sulla possibilità che Giulia Tramontano, uccisa dal fidanzato con 37 coltellate, sia morta qualche minuto dopo che era iniziato il travaglio, esito questo che potrebbe configurare l’aggravante del duplice omicidio.
Gli accertamenti tecnici sono formalmente iniziati ieri e consistono nella copia forense del contenuto di due pc di Giulia, un pc, un tablet di Impagnatiello, quello che lui utilizzava per la sua doppia vita e un cellulare, sempre di Impagnatiello, il 30enne barman in carcere con l’accusa di omicidio, per ora aggravato solo dal vincolo parentale e dai futili motivi.
Le ricerche sui device puntano a ricostruire le ultime settimane e, in particolare gli ultimi giorni di Giulia e Alessandro, soprattutto puntano a rafforzare l’ipotesi che ci sia stata una premeditazione nell’omicidio, con le ricerche di veleno da somministrare e in che quantità. Stando sempre alla valutazioni delle aggravanti, il cui peso sarà fondamentale per la pena finale, quattro sono i quesiti presentati dalla procura e dal difensore della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti. Il primo punta ad accertare l’orario esatto della morte, il secondo ad accertare quante coltellate siano state date post mortem, il terzo quesito punta ad escludere altre concause, come potrebbe essere stato appunto un avvelenamento, e da ultimo, fondamentale, se fosse iniziato il travaglio. Il legale della famiglia ha depositato anche un’integrazione all’ultimo quesito che mira ad accertare se ci fosse stata dilatazione dell’utero, per la ginecologia e quindi per una parte della giurisprudenza sufficiente a predisporre il corpo della mamma al parto.
Importante sarebbe anche capire se Giulia sia morta subito dopo la prima coltellata alla gola o se sia morta dopo diverse coltellate, perché questo è il discrimine per accertare l’aggravante della crudeltà che richiede un "di più” rispetto all’azione omicidiaria, cioè un elemento di “accanimento superfluo” ai fini della morte della vittima.