STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Giulia Previtali e la storia di una casa editrice controcorrente: “Siamo donne ma niente romance. Con horror e fantasy si va forte”

Monzese, 30 anni, ha fondato Saga insieme ad Alessandra Micheli e altre colleghe. “Dopo anni di gavetta nelle grandi aziende abbiamo deciso di ritagliarci una nicchia nel settore”

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Giulia Previtali, trentenne monzese, fondatrice insieme a un gruppo di altre undici colleghe di Saga edizioni

Milano – “Il rischio? Ci sta. Senza una buona dose di incoscenza non si fa nulla”. Giulia Previtali, 30 anni, monzese, redattrice editoriale, traduttrice di inglese e francese, di notti insonni ne ha passate tante. Alla fine ha deciso che “dopo tanti anni di gavetta nell’editoria”, nel settore del digital market, con contratti non del tutto soddisfacenti, era il momento di lanciarsi, fondare una casa editrice. Nasce, in piena pandemia, la Saga Edizioni (sede Agrate Brianza) per giunta specializzata nel genere Horror“ e Fantasy. Insieme ad altre undici amiche, tutte appassionate di libri. Una sfida in risposta quanti, racconta, “mi davano pacche sulla spalle e mi dicevano che era meglio cambiare genere, scegliere il Romance”.

Morale?

“Finora abbiamo pubblicato cento titoli e abbiamo avuto un boom, in particolare quest’anno, con uno scrittore che piace tantissimo come Claudio Vastano, che è anche autore di Urania e per noi scrive un Mistery, la storia di un investigatore privato che risolve casi a Lucca. Stiamo per pubblicare il quarto libro. Questo progetto non avrebbe potuto vedere la luce senza Alessandra Micheli, fondatrice del blog Les Fleurs du Mal, direttrice editoriale con una grande esperienza nel settore”.

Che obiettivi avete?

“Crescere. Portare titoli interessanti sul mercato che riguardino la modernità, i miti e le leggende. Ci affascina scoprire e capire da dove partono le narrazioni, fiabe e saghe tradizionali, perché al mondo tutto ha un motivo e a noi piace scavare a fondo per capire chi, cosa e quando! Lo spazio c’è, e ce lo stiamo ricavando piano piano. Siamo nati nel 2021 (a Bergamo è nata anche un’altra, Ruby Inch, ndr) ma è l’ultima edizione del Salone del Libro di Torino che ci ha regalato delle grandi oddisfazioni”.

La collana che va meglio?

“Quella dell’horror. Un interesse che si spiega con le nostre più segrete pulsioni. Il nostro motto è Eat, Read, Blood. La base della vita per noi è chiara: i libri per noi sono cibo per l’anima, conoscenza per la mente e amore per il nostro lavoro. E se poi c’è un po’ di sangue, perché no?”.

C’è già troppa violenza in giro..

“Se si riferisce al caso del diciassettenne di Paderno, è chiaro che non è in alcun modo giustificabile. Ho pensato ai miei studenti che hanno la stessa età”.

Perchè insegna pure?

“Si non ho voluto abbandonare del tutto la scuola”.

Da giovane donna ha incontrato molte difficoltà a fondare una casa editrice?

“Non è un mondo facile, c’è troppo maschilismo. È come se una donna dovesse necessariamente occuparsi solo di alcuni temi afferenti all’amore, all’assistenza, all’accudimento. In alcune case editrici cominciano ad intravedersi segni di cambiamento. Noi abbiamo anche tante illustratrici che fanno delle strepitose copertine di horror, piene di sangue....”

Altri titoli che tirano?

““Hive“ di Tim Curran, un autore americano di narrativa horror della penisola superiore del Michigan. E abbiamo anche l’italiana Monica Molella con Vlad Tepes, la storia del principe vampiro, romanzata. Molella ha cercato documenti e ricostruito la sua figura”.

Come scegliete?

“Io sono per il Fantasy, il mio genere preferito. La direttrice editoriale è cresciuta a pane e horror. Ci compensiamo così”.