SIMONA BALLATORE
Cronaca

Da Milano a Italia's got Talent: ecco la Gisella che sfata i tabù

Giorgia Battocchio, cabarettista milanese, è arrivata in finalissima a Italia's got Talent. Ecco chi si nasconde dietro il personaggio della venditrice di sex toys

Giorgia Battocchio con i suoi sex toys

Milano, 19 maggio 2016 - Con la sua Gisella ha voluto sfatare più di un tabù, raccontando il mondo dei "sex toys" con leggerezza e riuscendo ad arrivare, con quel personaggio impacciato, sino alla finalissima di Italia’s got Talent, in onda venerdì scorso su Tv8 e Sky Uno. Non sarà riuscita a conquistare la corona, ma vuoi mettere sapere di essere visti da una media di 2 milioni e 273mila spettatori? La finalissima si è chiusa infatti con numeri da record: 9,74% di share, + 34% rispetto alla finale dell’edizione 2015 e sui social è stato primo programma della serata per cinguettii. Una bella vetrina. "E pensare è nato tutto per gioco", scherza Giorgia Battocchio, cabarettista milanese. Fa parte del collettivo di artisti Democomica, alle spalle ha una laurea in Scienze della Formazione e una partecipazione al laboratorio di Zelig, e davanti una missione: dar voce a una nuova generazione di comiche.

Com’è nata Gisella?

"Volevo portare in scena la timida, quella persona poco sicura di sé che tutti conoscono, con le gambe a x, il collo curvo. Gisella è anche la mia seconda pelle. Ok, vado spesso sul palco, ma ho una parte impacciata, clownesca: dopo la puntata mi sono schiantata per davvero contro una vetrina e sono finita all’ospedale. Nulla di rotto, per fortuna. Dall’altra volevo affrontare la tematica dei sex toys per donne e per uomini, scegliendone di un po’ particolari, non quelli che trovi nei sexy shop al maschile. Ho fatto tutto un percorso insieme a un gruppo sulle questioni di genere e ho scoperto questo mondo e uno sguardo al piacere femminile".

Dopo tutto questo studio, non lancerà anche una linea?

"C’è chi me l’ha proposto (sorride). Preferisco fare la comica. Certo, anche in questo settore ci sono tabù da sfatare. La forza del personaggio è stata quella di parlare di sesso mettendo in scena l’imbarazzo del pubblico, riuscendo a non essere volgare e concedendomi delle libertà. Ma ce n’è di strada da fare: ci sono ancora cose che gli uomini possono dire e le donne no. Ho letto i commenti dopo la puntata, molti si sono affezionati al personaggio, ma una mamma ha scritto: “Accendo la tivù e sento parlare di clitoride, orrore”. Signora, è anatomia".

Pensava di arrivare in finale?

"Sinceramente no. Mi esibisco nei teatrini e nei locali, ma non sono nota. Poterlo fare al Teatro dell’Arcimboldi, davanti a 2.000 persone, alle audizioni era già una vittoria. È difficile che vincano i comici, spesso colpiscono cose più spettacolari, ma è stata una bellissima occasione e se arriverà altro, sono qui, chi mi ama mi segua. Se mi chiamassero per fare una particina in una commedia comica o sitcom sarei felicissima. Altrimenti va bene così, amo la mia vita e i miei lavori e mi piacerebbe venissero valorizzati i piccoli artisti, che fanno cose bellissime sotto casa".

A proposito di casa, il suo legame con la città?

"Sono milanese ma sono cresciuta in un paesino, Turbigo, a cui sono molto legata. Per far teatro bisogna andare in città, così sono tornata a Milano: ho studiato alla Scuola di Teatro Arsenale e ho continuato a formarmi all’Accademia dei Filodrammatici. Mi sento milanese d’adozione. È una città che sto riscoprendo anche grazie alla mia passione per la bici. Per Radio Popolare, insieme a una collega, giriamo pedalando di notte e intervistiamo chi incontriamo. Cogli la città accogliente, meno frenetica, che ha voglia di raccontarsi. Si sta benissimo".