MARIO CONSANI
Cronaca

Gioco mortale sul web, nessun colpevole

Milano, il 14enne Igor Maj soffocò emulando un video su YouTube. Il gip: nessuna responsabilità per chi l’ha postato e per la società

Igor Maj, che all’epoca della sua morte aveva solo 14 anni

Milano - Non c’era istigazione al suicidio in quel video su YouTube. E dunque finisce in archivio il caso del 14enne Igor Maj, il ragazzino che provò a emulare le immagini finendo per impiccarsi senza volerlo. Nessuna responsabilità penale, scrive il giudice, per il 26enne che aveva “postato“ quelle scene che descriveva come "estramente pericolose" e dunque da non imitare. “Sfide“ che però poi illustrava nei minimi particolari come il gioco idiota del “blackout“, dove il progressivo senso di soffocamento dovrebbe garantire sensazioni eccitanti.

Nella "vicenda", che "pure può rappresentare momento di riflessione e confronto", non ci sono state "violazioni di norme di cautela da parte degli indagati", tra cui il giovane che caricò il video "direttamente riconducibili al tragico epilogo". E non è nemmeno "possibile ascrivere" alla società YouTube "alcun illecito amministrativo". Lo scrive il gip Sofia Fioretta nel decreto con cui, accogliendo la richiesta del pm Cristian Barilli, ieri ha archiviato l’inchiesta sul filmato che fece quasi un milione di visualizzazioni sulla piattaforma proponendo "cinque sfide pericolosissime", tra cui l’auto-soffocamento guardato poco prima di morire da Igor, trovato impiccato nella sua cameretta il 6 settembre di tre anni fa. Il reato di istigazione al suicidio era stato contestato a due giovani, in particolare al 26enne che aveva prodotto e caricato il video su YouTube. Però, scrive il gip, non c’era in lui "dolo di far sorgere, rafforzare o agevolare il proposito suicidiario nella indistinta platea degli utenti della rete internet". E non si può configurare nemmeno l’omicidio colposo, perché "non è possibile affermare che chi ha consentito la pubblicazione e la mancata rimozione di quel video, usando l’ordinaria diligenza avrebbe potuto prevedere, dopo due anni dalla realizzazione e dalla divulgazione del video" la "tragica morte".

Il filmato, in effetti, era visibile già dal 2016 e solo dopo la morte dell’adolescente era stato oscurato con decreto di sequestro. Gli inquirenti avevano chiesto degli atti a YouTube, società di Google mai indagata, per ottenere chiarimenti. E il giudice ora precisa che non si possono comunque contestare illeciti alla società. Nelle indagini condotte dalla polizia postale, il 26enne venne iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto. Il giovane si era difeso sostenendo che nel video lui sconsigliava di mettere in pratica quelle azioni. Stando all’inchiesta, il 14enne Igor avrebbe tentato lo stesso quel gioco pericoloso e, una volta svenuto, non sarebbe riuscito a riprendersi e il peso del corpo lo avrebbe strangolato. "Mio figlio è stato superficiale e molto sfortunato – ripete da tempo il padre di Igor, Ramon Maj – e non me la prendo con il mondo della rete: il fatto è che noi genitori dovremmo stare più vicini ai nostri figli e spiegare loro che certe sfide non sono un gioco. Certo, non tutto può essere controllato. Io mi auguro che lo sforzo che sto facendo per la divulgazione di questi messaggi nelle scuole possa servire perché altri ragazzi non caschino nella stessa trappola".