Gino Strada: camera ardente a Casa Emergency da sabato per 3 giorni. Date e orari

A Milano l'ultimo saluto al fondatore della ong scomparso a 73 anni

ANSA

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Milano - La salma di Gino Strada, morto venerdì 13 Agosto in Normandia, rientrerà nei prossimi giorni in Italia. Da sabato sarà allestita la camera ardente a Casa Emergency a Milano per l'ultimo saluto al fondatore della Ong che lo scorso aprile aveva compiuto 73 anni. La camera ardente per ricordare Gino Strada sarà aperta presso in via Santa Croce 19 a Milano nelle giornate di sabato 21, domenica 22 e lunedì 23 agosto con i seguenti orari: sabato 16 -22, domenica 10 - 22, lunedì 10 - 14. Da Emergency fanno sapere che l’ingresso è libero e aperto a tutti da via Santa Croce 19. L’accesso e il numero di persone presenti all’interno della camera ardente saranno contingentati in accordo all’attuale normativa Anti Covid-19. 

Nel frattempo prosegue la mobiltazione per ricordare Gino Strada affinché il suo pensiero e le sue battaglie non si smarriscano nel tempo. Ha superato quota 22 mila firme la petizione lanciata su change.org per dedicargli piazzale Cadorna a Milano. A Sesto San Giovanni, in due giorni sfiora già quota 2.500 firme un’altra petizione online che chiede di intitolare l’ospedale cittadino a Gino Strada e a sua moglie Teresa Sarti. “Loro che hanno portato ovunque nel mondo il diritto alla cura, saranno ricordati nel luogo che più si addice alla loro missione”, scrivono i promotori che hanno indirizzato la raccolta firme direttamente al ministro alla sanità Roberto Speranza.

La sede di Milano, in via Santa Croce 19, è sommersa da lettere, testimonianze, fiori e donazioni in ricordo del suo fondatore. Tutto questo in un momento particolarmente delicato per le attività di Emergency che sono concentrate sulla situazione in Afghanistan dove l’organizzazione gestisce 3 ospedali e 44 postazioni di primo soccorso, aperte e funzionanti. Dei 25 italiani presenti sul posto sono rientrati solo quelli non strettamente necessari, come il personale amministrativo, mentre medici e infermieri del team internazionale hanno deciso di continuare a prestare il loro servizio. "Gino - spiegano dall’organizzazione - avrebbe voluto che ci occupassimo di questo". 

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