Il tatuatore Gianmaurizio Fercioni a rischio sfratto. Appello per salvare 50 anni di arte

Nubi si addensano su Queequeg, studio e museo in via Mercato. Il proprietario ha deciso di non rinnovare il contratto d'affitto. La richiesta di aiuto per un nuovo spazio

Milano - Un pioniere, un punto di riferimento, uno storico dell'arte di disegnare sulla pelle. Gianmaurizio Fercioni, 76 anni, non ha ancora attaccato la macchinetta con l'ago al chiodo. E non intende farlo nemeno adesso che il Queequeg, la sua creatura, tattoo studio e museo del tatuaggio, è a rischio sfratto. Per questo ha lanciato una petizione su Change.org e ha rivolto un appello all'assessorato alla Cultura e al sindaco Giuseppe Sala, così da evitare di andare incontro alla chiusura di un'attività che, negli anni, si è trasformata in un tempio per gli appassionati.

Chi è Gianmaurizio Fercioni

Gianmaurizio Fercioni nel suo studio (da Instagram)
Gianmaurizio Fercioni nel suo studio (da Instagram)

Occhi vispi, barba piratesca, look da dandy. Primo tatuaggio a 15 anni: è l'inizio di una lunghissima carriera che l'ha portato a essere considerato un esempio dai numerosi artisti italiani ed europei del tatuaggio. Il primo studio milanese dedicato ai disegni sulla pelle è suo: lo tiene a battesimo nel 1974, quando i tattoo sono considerati praticamente solo roba da delinquenti. In parallelo porta avanti un'esperienza ricca di soddisfazioni nel mondo dello spettacolo. Da scenografo e costumista lavora in produzioni internazionali. A Milano fonda il teatro Franco Parenti, assieme ad Andrée Ruth Shammah, Franco Parenti e Giovanni Testori, cinquant'anni fa.

Il pericolo di sfratto

Oggi che ha 76 anni, una moglie, Luisa, e una figlia, Olivia, sempre al suo fianco, con la quale ha firmato anche una serie di opere a quattro mani, Gianmaurizio rischio lo sfratto. A causa di lavori di ristrutturazione del palazzo in cui si trovano il suo Queequeg Tattoo Studio e il Museo del tatuaggio da lui fondato in via Mercato, a Brera, il proprietario ha deciso dopo 23 anni di non rinnovare il contratto di affitto in scadenza a marzo 2023.  ''Stanno ristrutturando e mandano via tutti gli inquilini - dice amareggiato all'AdnKronos Fercioni - mi ritrovo per cui a cercare un nuovo posto. Spero di riuscirci perché quando sentono la parola tatuaggio…diventa un'impresa un po' ardua''. Lo sfratto, spiega Gianmaurizio ''è momentaneo, in teoria, ma bisogna vedere quanto dureranno i lavori''. Per questo ha lanciato una petizione su Change.org che ha già raccolto oltre 2.300 firme e ha chiesto aiuto all'assessorato alla Cultura e al sindaco di Milano per evitare che il suo studio-Museo, una vera wunderkammer per gli appassionati dell'inchiostro, chiuda per sempre. ''Pur avendo il patrocinio del Comune di Milano dal 2001, abbiamo lanciato l'appello un anno fa ma non siamo mai stati degnati d'interesse'' afferma la moglie di Gianmaurizio, Luisa Gnecchi Ruscone, storica del tatuaggio e autrice di otto libri su storia, tradizioni e culture del tattoo. 

La fiammella della speranza

Qualcosa, però, inizia a muoversi. ''Un consigliere regionale oggi è venuto a farci visita e ci hanno dato un appuntamento - spiega Luisa - andremo a parlare con l'assessorato. Il problema è che non sanno cosa sia il Museo del tatuaggio. Vorremmo che il Comune o la Regione Lombardia ci aiutassero a trovare una nuova sede dove continuare a svolgere questa attività. Un nuovo spazio, che abbia la stessa 'anima'. Attualmente tra studio e museo sono 50 metri quadrati, ci interessa uno spazio simile dove si possa tatuare, uno spazio 'vivo', dove invitare tatuatori di varie tradizioni culturali, dalla Polinesia, India, America e Giappone''.  Nel loro studio-museo ''che tutti definiscono un antro'' dice sorridendo Luisa, accanto all'esposizione di disegni, strumenti, foto, libri e video provenienti da varie parti del mondo e appartenenti a diversi periodi storici, ci sono le postazioni dove Gianmaurizio e Olivia realizzano i tatuaggi.

Clienti eccellenti e modelli affezionati

Tantissime i vip che negli anni hanno varcato l'ingresso dello studio, da Eros Ramazzotti, a Gabriele Salvatores passando per Amedeo d'Aosta, lo stilista Stefano Gabbana, Nina Moric e tanti calciatori. Ma le soddisfazioni principali, forse, vengono dai clienti di fiducia, così come dagli omaggi ricevuti negli anni dai tanti altri che hanno preso Gianmaurizio a modello. ''Io ho 70 anni e non sono tatuata - rimarca Luisa - Mio marito invece è ricoperto di tattoo ed è stato il primo ad aprire uno studio moderno di tatuaggi. Speriamo che qualcosa si stia muovendo perché è un vero peccato…Gli antropologi sostengono che il tatuaggio sia il primo oggetto cosciente con cui l'uomo si differenzia dal mondo animale. E' importante conservare una tradizione culturale antichissima e di interesse così attuale''.

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