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Morto Gianfranco Maris, commemorazione alla Casa della memoria

Si è svolta alla Casa della memoria di via Federico Confalonieri 14 a Milano la commemorazione dell'avvocato Gianfranco Maris. Alla cerimonia ha preso parte anche il sindaco Giuliano Pisapia.

Il sindaco Giuliano Pisapia alla commemorazione di Gianfranco Maris (Newpress)

Milano, 17 agosto 2015 - Un grande uomo e un grande partigiano, un grandissimo nonno, un uomo con energia e passione per la giustizia e per la libertà, un uomo di cultura e uomo di legge, una delle tante vittime dell'antifascismo. Così e in tanti altri modi è stato ricordato Gianfranco Maris, scomparso lo scorso 14 agosto all'età di novantaquattro anni. "Dobbiamo trasformare le giornate tristi in momenti capaci di fare memoria", ha detto il sindaco Giuliano Pisapia, che ha aperto con il suo discorso la cerimonia per ricordare Maris, nella camera ardente allestita da questa mattina alla Casa della Memoria di via Confalonieri"Gianfranco era un amico per molti di noi e un punto di riferimento per tanti altri, di cui non dimenticare la storie e le sofferenze - ha detto Pisapia - dobbiamo ricordarlo per quello che ci ha dato e ci darà, per il suo lascito: non era solo una persona importante per moglie, figli, nipoti e amici, ma per la nostra città, per la memoria del nostro Paese".

Nato a Milano nel 1921, Maris aderì alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale e fu deportato. Sopravvissuto, fu poi senatore del Pci, membro del Csm e presidente dell'Aned, l'Associazione Nazionale ex deportati. A ricordarlo, oltre ai suoi familiari, la moglie Rosella, i figli Floriana e Gianfranco, le nipoti Tabita e Blanca, c'erano altri ex partigiani, i loro figli e nipoti, personaggi del panorama politico e culturale milanese e nazionale. Dopo il discorso del sindaco si sono avvicendati gli interventi dell'intellettuale Moni Ovadia, che ha parlato di come Maris avesse fatto dell'antifascismo "la sua ragione di vita, una concezione del mondo: non un armamentario per la nostalgia, ma uno strumento di militanza e uguaglianza. Lo porterò con me in tutte le battaglie che farò, nel mio piccolo, contro i soprusi, le violenze e le discriminazioni. In questa umanità c'è solo un noi, questo mi ha insegnato Gianfranco Maris", ha concluso Ovadia.

Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati lo ha ricordato per il suo periodo al Csm, tra il 1972 e il 1976: " Maris ha fato la testimonianza di come la politica può essere una cosa alta". Lo hanno salutato anche il presidente della Comunità Ebraica di Milano, le cariche della Fondazione Memoria della Deportazione, dell'Anpi, dell'Aned, mentre su uno schermo passavano alcune foto di Maris, dalle più vecchie in bianco e nero a quelle delle sue partecipazioni più recenti. Dopo il saluto commosso del figlio Gianluca, la nipote Blanca ha letto un brano tratto dal libro di memorie di Maris, "Per ogni pidocchio cinque bastonate". "Mio nonno aveva ragione quando diceva che è importante visitare quei tempi e che solo la conoscenza rende l'uomo veramente libero", ha detto, con la voce rotta dal pianto, portando poi un riferimento alle morti che continuano a consumarsi nel mar Mediterraneo, ribadito dalla sorella Tabita. Il discorso conclusivo è spettato a Floriana, la figlia maggiore: accompagnati dalla fisarmonica i familiari hanno poi intonato "Bella ciao", accanto al feretro circondato di gagliardetti dell'Anpi e dell'Aned, seguiti da tutti i partecipanti alla cerimonia.