Milano, 14 gennaio 2016 - Una passeggiata tra i misteri di Milano. Di notte. Con un po’ di fortuna, avvolti nella nebbia. L’idea del “Ghost tour” è di Valeria Celsi, 32enne milanese, guida abilitata, laureata in Scienze dei Beni culturali e appassionata di arte funeraria. Da novembre a oggi, la pagina Facebook dedicata alla sua iniziativa conta 16mila “interessati”. E a ogni camminata c’è il pienone: «Organizzo gruppi di una trentina di persone», spiega la ragazza. Ora che il sole cala presto, l’appuntamento è dalle 17.30 in poi, nelle date già programmate. E a partecipare ci sono soprattutto under 40.
Prezzo del biglietto: 6 euro. «Le storie di fantasmi e l’aura di mistero che aleggia in certi luoghi sono lo spunto per parlare di storia e arte, in maniera non accademica», sottolinea la 32enne, che dopo la laurea ha svolto il servizio civile al Cimitero Monumentale. Si comincia al Castello, «la leggenda narra che sia abitato dai fantasmi di Lodovico Il Moro e Isabella D’Este, morta di parto in una delle stanze. Al Parco Sempione, poi, si può incontrare la “Dama velata”. Porta i ragazzi un una casa e, quando arriva il momento di togliere il velo, mostra un teschio». Si continua in via Dante. «Qui viveva il Conte di Carmagnola, con Cecilia Gallerani. La “Dama con l’Ermellino” di Leonardo». Fantasmi, anche loro. E in Galleria vivrebbe pure un altro spirito: quello di Giuseppe Mengoni, «progettista. È morto il giorno prima dell’inaugurazione cadendo da un ponteggio». In piazza Scala, invece, sembra di sentir echeggiare la voce della Callas. Palazzo Marino, poi, è stato bersaglio di innumerevoli maledizioni «perché Tommaso Marino, per costruirlo, ha voluto demolire le case intorno». Alle sue spalle c’era Palazzo Imbonati.
«Un luogo infestato da fantasmi. Thomas De Quincey, nell’Ottocento, ha voluto passarci una notte. Poi ha scritto “Suspiria de profundis” raccontando dei demoni che lo avevano tormentato. Dario Argento si è ispirato a lui». E si continua in via Santa Radegonda, dove c’è l’anima di Bernardina, figlia illegittima di Bernabò Visconti, costretta a farsi monaca. Non viene risparmiato neppure il Duomo: si narra che una certa Carlina cadde dalle sue terrazze durante il viaggio di nozze. E che talvolta si diverta a comparire nelle foto di chi si immortala davanti alla cattedrale. Tra le tappe non può mancare via Bagnera, la più stretta della città, dove Antonio Boggia, considerato il primo serial killer italiano, nascondeva i corpi delle sue vittime. Gran finale in piazza Vetra, teatro di roghi dell’Inquisizione. di MARIANNA VAZZANA