Geografia culturale Come cambia la città

Minoja: "Consentire una contaminazione tra arti, imprese e tecnologie". Dalla Bovisa al Giambellino una mappa dei luoghi del cambiamento

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Una nuova geografia culturale si impone anche a Milano, con progetti che invadono i quartieri multietnici della città. "Oggi la nostra metropoli sta cercando di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni che non si ritrovano più nelle tradizionali forme di comunicazione artistiche e culturali", ha raccontato Marco Minoja, dirigente del settore Cultura del Comune di Milano durante un incontro organizzato con Bookcity. "Base, per esempio, è uno spazio ibrido, un centro culturale che produce innovazione, nato proprio per consentire una contaminazione tra arti, imprese e tecnologie", ha concluso Minoja, che durante l’incontro ha messo l’accento sulla necessità di offrire maggiori opportunità di collegamento tra la filiera della formazione e quella della produzione culturale. Il modello di riferimento è Fabbrica del Vapore, spazio del Comune nato con l’intenzione di favorire forme di promozione di creatività giovanile, incentivando le iniziative culturali nel campo delle arti performative, visive, audiovisive multimediali e il continuo dialogo tra formazione e avvio alla professione. In attesa di interventi concreti da parte dell’amministrazione, la città continua a cambiare e a evolversi, e in questo mutato contesto trovano spazio proposte che valorizzano la contaminazione delle culture. Nel municipio 9, quartiere Bovisa, dall’incontro di alcuni professionisti del cinema sociale nel 2016 è nata l’associazione culturale Nuova Armenia, che propone nello spazio esterno della cascina di Via Livigno titoli legati alla cinematografia asiatica e latino-americana.

"Il prossimo obiettivo è creare un cinema vero e proprio all’interno della struttura che abbiamo in concessione: questo progetto ci ha permesso di coinvolgere tutte le persone del quartiere provenienti dai paesi che interessano le proiezioni e ogni sera abbiamo in media 40 persone", racconta uno dei soci, Antonio Augugliaro. Il Municipio 6, in zona Giambellino, conta, fra gli altri, anche sulla presenza di Milano Mediterranea, centro d’arte partecipata, nato da un’idea dell’attore tunisino Rabii Brahim. Laboratori permanenti, workshop gratuiti di scrittura creativa e tecniche performative rivolti ai ragazzi del quartiere sono alcune delle proposte. Nella zona Loreto il gruppo multietnico Kirykou fondato dall’artista afro-italiano Jermay Michael Gabriel, organizza presentazioni di libri, feste con dj set e proiezioni di documentari, in cui racconta le diversità dl quartiere riprendendo musicalmente suoni andini ed elettronici, rituali etiopi e sonorità berbere. Mariachiara Rossi

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