Arrestato per stupro, Genovese: se l'ho fatto è per la droga

L'uomo è accusato di aver drogato e violentato una 18enne durante un festino organizzato nel suo maxi-attico in centro

Lo startupper Alberto Genovese

Lo startupper Alberto Genovese

Milano, 18 novembere 2020 - Interrogatorio di 4 ore davanti ai pm per Alberto Genovese, l'imprenditore di 43 anni in carcere con l'accusa di aver drogato e violentato una ragazza di 18 anni durante una festa  organizzata nel suo maxi-attico con vista sul Duomo di Milano nella nottata tra il 10 e l'11 ottobre. L'imprenditore, accusato di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e spaccio di droga, è stato convocato in Procura dopo le testimonianze fornite ai magistrati nei giorni scorsi dalle circa 30 ragazze che avevano partecipati ai party sulla cosiddetta 'Terrazza Sentimento' e da altre persone dell'entourage dell'imprenditore noto per aver fondato la startup Facile.it (società poi ceduta nel 2014).

Genovese avrebbe di nuovo parlato dei suoi problemi dovuti alla dipendenza dalla droga e degli effetti che ha su di lui come perdita di "controllo" e incapacità di distinguere il confine tra"legalità e illegalità". L'imprenditore delle start up, in cella con l'accusa di aver stuprato, dopo averla stordita con un mix di sostanze stupefacenti, una 18enne ospite a un festino nella sua abitazione milanese, avrebbe spiegato che quando assume droga non è "consapevole" e che non riconosce "il disvalore" sue azioni. Sulla vicenda al centro delle indagini avrebbe aggiunto "se l'ho fatto, non ho fatto una bella cosa". 

Genovese, imprenditore delle start up ed ex numero uno di Facile.it e Prima Assicurazioni, è finito in carcere il 6 novembre in relazione al festino del 10 ottobre nell'attico di lusso con vista sul Duomo. Oltre ai tanti invitati al party, tra cui le amiche della vittima, altre giovani si sono fatte avanti per parlare a verbale di altre feste e sono state già ascoltate anche persone dell'entourage dell'imprenditore. Si indaga su altre presunte violenze, su profili di favoreggiamento e complicità, sul giro di droga e anche su quello presunto di prostituzione, con un faro acceso sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota. Verifiche pure su presunte pressioni anche economiche per condizionare alcune testimonianze.

È venuto a galla, poi, un collegamento tra l'indagine bolognese ribattezzata 'Villa Inferno' su festini a base di sesso e cocaina, che a settembre ha portato ad arresti, e quella milanese. Un mese fa nell'appartamento a Milano c'era anche la ragazza che a Bologna, all'epoca dei fatti minorenne, sarebbe stata vittima del giro di prostituzione e droga. "Ogni volta che mi drogo ho allucinazioni - ha detto Genovese con dichiarazioni spontanee al gip - non ho la percezione del limite esatto tra legalità e illegalità quando sono drogato".

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