REDAZIONE MILANO

L'ex assessore lombardo Massimo Garavaglia indagato per danno erariale

Nel mirino della Corte dei conti la vendita di Palazzo Beretta a Milano

Massimo Garavaglia

Milano, 6 giugno 2019 - La Procura della Corte dei conti della Lombardia, guidata da Salvatore Pilato, ha notificato un invito a dedurre al viceministro leghista all'Economia Massimo Garavaglia per danno erariale, quando era assessore lombardo all'Economia, e ad altre persone in relazione alla «vendita sottoprezzo» e alla locazione di un immobile, Palazzo Beretta a Milano, ceduto da Ats Milano, ex Asl. Un danno quantificabile in un «valore compreso» tra 2 milioni e 13 milioni di euro per la vendita e un danno da locazione per oltre 6 milioni.

La Procura lombarda della Corte dei Conti ha notificato l'invito a dedurre, che equivale a una chiusura delle indagini, anche al vicedirettore generale pro-tempore di Infrastrutture Lombarde spa Guido Bonomelli, al «direttore generale pro-tempore dell'Asl Milano» e al «direttore generale pro-tempore al Welfare di Regione Lombardia». La Procura contabile, in particolare, ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Milano, «mirate alla verifica delle dinamiche procedimentali seguite dalla pubblica amministrazione per la vendita dell'immobile di Corso Italia 19, ed alla individuazione di eventuali profili di diseconomicità e/o di irragionevolezza economica della cessione del bene, inerenti la stima del prezzo di alienazione ed i successivi contratti di locazione di immobili destinati all'allocazione degli uffici della Sanità metropolitana». In sostanza, Palazzo Beretta, un palazzo storico di corso Italia a Milano, in zona Porta Romana, come ricostruito dai magistrati e dalle indagini della Gdf, è stato venduto a fine dicembre 2014 dalla stessa Ats a Cassa Depositi e Prestiti per 25 milioni di euro e la stessa Cassa Depositi e Prestiti lo ha poi rivenduto alla società 'Beni Stabili' a 38 milioni. Da qui il presunto danno erariale contestato dai pm sulla vendita per un ammontare fino a 13 milioni. Dopo la vendita, poi, Ats ha continuato a stare nell'immobile ma pagando l'affitto per un importo totale di oltre 6 milioni e da qui l'ulteriore danno erariale contestato. Gli inquirenti, infatti, contestano il fatto che una norma prevede che i beni pubblici possano essere sì messi in vendita ma solo quando l'ente abbia un altro posto dove trasferirsi, mentre in questo caso l'Ats è rimasta in quel palazzo ma pagando l'affitto.

Sulla vicenda è stato aperto anche un fascicolo sul fronte penale in Procura che è stato archiviato, ma «con l'evidenza di patologie contrattuali afferenti la complessiva diseconomicità dell'operazione negoziale di vendita e di successiva locazione dello stesso immobile da parte della medesima azienda sanitaria». Da qui le indagini dei magistrati contabili. L'invito a dedurre è stato notificato, tra gli altri, anche a Garavaglia, che per un'altra vicenda, una presunta turbativa d'asta, è sotto processo a Milano assieme, tra gli altri, all'ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani, con la sentenza prevista per il 13 giugno