PAOLO GALLIANI
Cronaca

Gambero rosso 2019, la risalita di Cracco. Conferme per Oldani e Massari

La "rossa" Michelin lo scorso autunno gli aveva tolto una delle sue due stelle e ieri Carlo Cracco ha fatto invece man bassa portandosi a casa "3 forchette"

Andrea Aprea, Carlo Cracco, Iginio Massari, Enrico Bartolini e Wicky Priyan

Milano, 9 giugno 2018 - Compensazione postuma? Il concetto è un po’ forzato, ma insomma, ieri mattina ha fatto breccia tra i giornalisti e gli addetti ai lavori. La «rossa» Michelin lo scorso autunno gli aveva tolto una delle sue due stelle e ieri Carlo Cracco ha fatto invece man bassa di gratificazioni, portandosi a casa il premio più ambito dell’italianissima guida “Gambero Rosso 2019”: «3 forchette» per il più mediatico, griffato e famoso degli chef italici. Come dire: il massimo dei voti, novità che lui stesso ha accolto con palese emozione e che porta il nuovo ristorante della Galleria meneghina sul podio più elevato della Lombardia (oltre alle 3 forchette, anche 92 punti) assieme al Da Vittorio di Brusaporto (Bg), al Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mn) e al «Seta» del Mandarin Oriental Milano. Della serie: a volte ritornano. E lui, Cracco, è tornato alla grande, peraltro in quella versione più empatica e simpatica che l’esperienza MasterChef aveva un po’ intaccato. E se l’applausometro conta ancora, quello di ieri mattina ha salutato altre star più o meno note del panorama culinario milanese e lombardo.

Intanto le trattorie che si sono aggiudicate i «3 gamberi» per grado di eccellenza, altra voce intrigante di una guida che è sembrata, più del solito,volere evitare di trasformarsi in una “lectio magistralis” cartacea e online sull’alta cucina per presentarsi come un sensore credibile della qualità della ristorazione. Due all’ombra della Madonnina: l’Osteria del Treno, presidio di buoni prodotti Slow Food, e Trippa, il minuscolo locale di Pietro Caroli in zona Porta Romana (lo chef è Diego Rossi) che piace alla gente che piace. E quattro fuori città, tutti concentrati nell’East Lombardy: La Madia di Brione (Bs), La Locanda delle Grazie di Curtatone (Mn), il Caffè La Crepa di Isola Dovarese (Cr) e l’Osteria della Villetta dal 1900 di Palazzolo sull’Oglio.

Tra le chicche della nuova guida, le «novità dell’anno», voce che aggiorna e illumina su aperture recenti che meritano la sosta. Tutte milanesi, a conferma della visibilità un po’ bulimica della città rispetto alla provincia, peraltro saldamente rappresentata da Davide Oldani e del suo D’O di Cornaredo. Gran merito per il nuovo «Aimo e Nadia bistRo» di via Bandello, per Cracco e il suo mega-locale in Galleria, per il maestro della pasticceria Iginio Massari sbarcato in piazza Diaz, ma anche per la «Tipografia Alimentare», inedito food hub in zona Viale Monza e per il cinese «Le Nove Scodelle» sempre di viale Monza. Infine, due locali sorprendenti: il ristorante indiano «Citamani» di piazza Mirabello che la chef Ritu Dalmia ha saputo piazzare sulla mappa dei “place to be” meneghini; e il micro-panificio «Le Polveri» di via Ausonio. Se il pane è e resta il cibo preferito dagli dei, segnatevi di nome di Aurora Zancanaro, regina delle farine e degli impasti. Poco vanitosa e bravissima. Cracco ci perdonerà. Ma in cima al podio, ci mettiamo anche lei.