Milano, 12 dicembre 2024 – Ha ammesso che le informazioni venivano 'esfiltrate' dalle banche dati riservate da chi aveva le credenziali per l'accesso e che lavorava per il gruppo di Equalize ma di non averle mai usate per "ledere l'altrui reputazione o con scopo di lucro, ma esclusivamente a titolo confidenziale". E' questo – secondo quanto riferito dall’Ansa – un passaggio dell’interrogatorio di ieri di Carmine Gallo, l'ex super poliziotto agli arresti domiciliari nell'indagine della Dda di Milano e della Dna su una presunta rete di cyber-spie. Gallo, difeso da Antonella Augimeri e Paolo Simonetti, ha precisato che l’'eventuale utilizzo illecito di tali notizie non può essere a lui attribuito.
Il faccia a faccia tra Gallo, ai domiciliari da quasi due mesi, e il pm Francesco De Tommasi, titolare col collega Antonio Ardituro della Dna dell'inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, si è tenuto ieri ed è durato circa sette ore. E dopo il verbale riempito con le dichiarazioni dell'ex ispettore in pensione, che ha voluto chiarire il suo ruolo in tutte le condotte contestate.
L'indagine ha si è incentrata, con 6 misure cautelari eseguite il 25 ottobre, una sfilza di presunti dossieraggi illegali, con informazioni prelevate da banche dati strategiche e che – secondo le accuse – avrebbero condizionato anche settori dell'economia e della politica. Oltre che sospetti rapporti con apparati di intelligence, anche stranieri, e proiezioni all'estero, come la presunta "base" in Inghilterra e presunta "mano oscura che muoveva il sistema" di cui ha parlato anche uno degli arrestati.