Galleria, chiude Swarovski. Ora via all’asta milionaria

Il contratto scadrà il 24 gennaio. Base da 506mila euro all’anno per lo spazio

I suoi cristalli preziosi brillano dalle vetrine sotto la Galleria Vittorio Emanuele dal 2012. Ora, però, Swarovski deve dire addio ai locali prestigiosi perché il 24 gennaio scadrà il contratto d’affitto, "arrivato a naturale conclusione", scrive Palazzo Marino in una nota. E ora il Comune di Milano apre l’asta all’incanto per lo spazio affacciato sull’Ottagono: la boutique, di 174,5 metri quadri su tre livelli con due vetrine, all’incrocio dei bracci della Galleria, viene messa a gara secondo le linee di indirizzo proposte dall’assessore al Bilancio e Patrimonio, Emmanuel Conte, e approvate dalla Giunta di Palazzo Marino. La procedura pubblica prevede una prima fase di qualificazione che, valutando il valore delle proposte di utilizzo, il prestigio delle attività e il pregio estetico dei progetti concorrenti, servirà per individuare gli ammessi alla gara con incanto, tra cui potrà esserci anche Swarovski, alla pari con gli altri partecipanti. Il canone annuo a base d’asta è fissato in 506mila euro, 2.900 euro al metro quadro. "Con la delibera approvata dalla Giunta – spiega Conte – apriamo la sesta asta all’incanto per i locali della Galleria da quando questo tipo di procedura è stata introdotta dall’Amministrazione comunale, nel 2019, riservandola ai negozi che affacciano sull’Ottagono, gli spazi di maggior pregio e oggetto di più forte interesse". A novembre del 2019, per il negozio ex Tim, la base d’asta è quasi triplicata: Armani si è aggiudicato il sito per 1,9 milioni di euro. Lo stesso a febbraio 2020, quando il marchio Fendi si è accaparrato invece l’ex Armani: 336 metri quadri per 2,45 milioni su una base d’asta di 872mila euro. Sempre a febbraio 2020, per la boutique che era di Versace, la base d’asta è stata più che quintuplicata: gara fra sei marchi, 38 rilanci su una base d’asta di 950mila euro e l’aggiudicazione a Dior di 253 metri quadri per 5,05 milioni.

Ancora: a luglio 2020 per l’ex Nara Camicie, base d’asta raddoppiata: gara fra quattro marchi, cinque rialzi su una base di 289mila euro e vittoria di Santoni che si è accaparrato 60 metri quadri per 589mila euro all’anno. Mentre a novembre 2022 per il negozio di Tod’s, base d’asta più che quadruplicata: gara fra sei marchi, 31 rilanci su una cifra di partenza di 545mila euro e triofo di Loro Piana che ha avuto 188 metri quadri per 2,3 milioni all’anno.

Ma ecco tutti i bandi del periodo post pandemia: per l’ex Bric’s, 249 metri quadri, la vittoria è stata di Tod’s per 1,805 milioni su una base d’asta di 722mila euro. Divisione in due lotti invece per il negozio di Tod’s: quello minore è stato aggiudicato da Damiani per 365mila euro, quello maggiore da Loro Piana per 2,3 milioni. Sulla lista, poi, il bando sull’ex Montblanc: 290 metri quadri a Balenciaga per 2,5 milioni su una base d’asta di 840mila euro. Ancora, quello sulla boutique di Piumelli: 134 metri quadri a The bridge per 630mila euro su una base d’asta di 388mila euro. Nuovo inquilino anche per l’ex sede Banco di Brescia: 118 metri quadri a Damiani per 381mila euro su base di 342mila euro. A questi si aggiunge l’assegnazione a Bottega Veneta dell’ex negozio di Gucci (stesso gruppo Kering) con il raddoppio del canone corrisposto da Gucci (1,05 milioni invece di 575mila).

Marianna Vazzana