FABIO FLORINDI
Cronaca

La Milano di Gabriella Marazzi: "Il Cenacolo fu un pugno nello stomaco"

Dagli anni con Mogol al successo artistico

Gabriella Marazzi

Milano, 23 ottobre 2016 - Da suo attico di Milano 2 gode di una bella vista sull’hinterland e anche su gran parte della città. L’affermata pittrice Gabriella Marazzi si è trasferita qui all’inizio degli anni Ottanta, quando ha conosciuto e poi sposato Giulio Rapetti, in arte Mogol. E anche dopo la separazione dal celebre paroliere lei, originaria di Modena, ha deciso di rimanere nel Milanese.

Come ha vissuto il trasferimento a Milano?

"Molto bene, sono subito entrata in sintonia con la città. Vivevo a Modena, ero rimasta vedova con due bambini piccoli. Poi ho incontrato Giulio durante una vacanza e lui fece di tutto per portarmi con lui a Milano".

Dove siete andati a vivere?

"In una villetta a San Felice, a Segrate. Era la base della nostra vita, da lì c’era un via vai impressionante di personaggi e cantanti famosi. Dopo che ci separammo con Giulio, vendetti la villa e mi trasferii dove sono adesso".

Che locali frequentavate?

"Uscivamo spesso, assieme siamo stati in tanti locali, soprattutto ristoranti. Ma non mi chieda i nomi, non li ricordo. Facevamo vita mondana, a me piaceva, a Giulio un po’ meno...".

Cosa ricorda della città di quel periodo?

"Erano gli anni della Milano rampante, di Craxi. Uno spot molto azzeccato la definiva “Milano da bere”. A parte, forse, alcuni eccessi era un periodo positivo e pieno di vita. Poi è arrivata Mani Pulite che portò anni di depressione e uno stato di stagnazione e confusione da cui la città non si è ancora liberata".

Quali sono i luoghi di Milano che preferisce?

"Rimasi molto impressionata la prima volta che vidi il Cenacolo. Avvertii una sensazione fortissima, come un pugno nello stomaco. E ricordo con piacere anche una splendida visita, quando i miei figli erano piccoli, al Museo di Storia Naturale".

I suoi hobby?

"Sono una cinefila incallita, guardo fino a cinque film al giorno".

Dal 20 ottobre al 3 novembre espone le sue opere allo Spazio Arte Tolomeo. Di che cosa si tratta?

"È una mostra sulle mie realizzazioni, dagli esordi ad oggi. Sarà anche possibile acquistare il libro “La vita in un segno di grafite” e il ricavato verrà dato in beneficenza alle vittime del terremoto nel Centro Italia. Con questa esposizione si è chiuso un ciclo della mia vita artistica e se ne aprirà un altro".

Ha partecipato ad altre mostre a Milano?

"Ho esposto i miei quadri a Palazzo Reale, diversi anni fa, nell’ambito della mostra “Arte Italiana 1968-2007 Pittura’’. Di questo devo ringraziare Vittorio Sgarbi, mi ha dato molta autostima".

C’è qualche opera d’arte che secondo lei descrive in modo perfetto l’anima di Milano?

"La canzone di Lucio Dalla “Milano” penso sia un affresco meraviglioso della città".