REDAZIONE MILANO

Fusioni e mega concentrazioni, allarme esuberi

Fusioni fra colossi del credito, rumors su operazioni, piani di riorganizzazione e mosse sullo scacchiere internazionale. Una fase di grandi manovre e concentrazioni nel settore della banche con Milano e la Lombardia in attesa di schiarite sugli scenari anche per le possibili ricadute occupazionali nella capitale finanziaria d’Italia. "Stiamo seguendo con attenzione tutte le partite aperte – spiega Marco Berselli, segretario generale della First Cisl Milano Metropoli – ci interessa il destino dei lavoratori e la tenuta di un sistema che deve venire incontro alle esigenze delle famiglie". Fra le partite aperte la fusione Ubi-Intesa Sanpaolo, con l’attesa migrazione dei conti da Ubi a Intesa che nelle scorse settimane ha provocato malumori fra i correntisti. È nato un colosso che conta, complessivamente, circa 80mila dipendenti. Poi c’è il fronte della possibile triangolazione Unicredit-Mps-Banco Bpm, che allarma i sindacati anche per la possibilità di altri esuberi sul territorio lombardo dopo anni di tagli del personale. Sono in gioco, in questo caso, circa 70mila posti di lavoro, 30mila in Italia. Ed è tutta disputata sul terreno lombardo anche la partita della francese Credit Agricole. Ha ottenuto successo l’offerta pubblica di acquisto volontaria promossa da Credit Agricole Italia sulla totalità delle azioni del Credito Valtellinese, per effetto della quale il gruppo francese giungerà a detenere complessivamente il 91,17% del capitale sociale di CreVal, superiore alla soglia obiettivo del 90%.

Anche in questo caso, di fronte alla nascita di nuove concentrazioni nel settore del credito, il faro è puntato sui possibili esuberi in un processo che è ancora tutto in divenire. Si è conclusa invece con un accordo con i sindacati l’altra grande partita, quella sul piano di riorganizzazione di Deutsche Bank in Italia. Il punto d’incontro è stato trovato su 255 esuberi a livello nazionale a fronte di circa la metà delle assunzioni, con un rapporto di uno a due. Chiudono inoltre 14 sportelli in Italia, fra cui 6 in Lombardia (Milano, Abbadia Lariana, Olgiate Comasco, Varenna, Dervio e Busto Arsizio). Restano in pancia alla banca tedesca circa 3500 dipendenti italiani e 324 sportelli. "Siamo riusciti a ottenere il mantenimento all’interno dell’azienda di attività che stavano per essere esternalizzate – spiega Maurizio Gemelli, segretario della First Cisl responsabile del gruppo Deutsche Bank Italia – e questo ha permesso di evitare l’esubero di 75 dipendenti su Milano, quasi tutti di giovane età".

Andrea Gianni