Colpo milionario a casa Ecclestone: il vero capobanda in fuga con i soldi

Daniel Vukovic ricercato da Londra potrebbe essere lo stesso che derubò la vedova Trussardi a Milano

Tamara Ecclestone con il padre Bernie, ex patron del circus della Formula Uno

Tamara Ecclestone con il padre Bernie, ex patron del circus della Formula Uno

Milano, 2 gennaio 2020 -  Svanito nel nulla , come il tesoro da 50 milioni di sterline portato via dalla villa londinese della modella Tamara Ecclestone. Degli uomini d’oro dell’incredibile furto di denaro e gioielli messo a segno un anno fa nel cuore di Londra, solo uno è ancora uccel di bosco. Negli atti dell’indagine condotta dalla polizia inglese figura col nome di Daniel Vukovic, sinti di nazionalità croata residente in Italia. Ma potrebbe essere lo stesso uomo, identificato con decine di alias, ricercato da tempo dalla polizia italiana perché ritenuto autore, negli anni, di altri furti in dimore importanti come quella della vedova Trussardi, avvenuto nel 2010 in piazza Duse a Milano.

Per la polizia londinese Vukovic è scomparso proprio come il bottino milionario che difficilmente il resto della banda si potrà spartire, visto che al momento è tutta in carcere. Il croato risulta essersi imbarcato con bagaglio su un volo da Londra per Belgrado il 18 dicembre dell’anno scorso e le sue tracce si perdono in Serbia. Nel frattempo, la magistratura inglese ha chiesto a quella italiana di poter contestare a Alessandro Maltese e Alessandro Donati - i due connazionali accusati di far parte della banda e già estradati nella City in vista del processo per furto - anche un secondo reato che dal poco che trapela potrebbe essere “riciclaggio“ per una piccola parte del denaro rubato che avrebbero speso per acquisti in territorio britannico.

L’udienza della Corte d’appello milanese che dovrà decidere sulla richiesta degli inglesi è già stata fissata per metà gennaio. Maltese e Donati sono accusati di essere tra gli autori non solo del colpo in casa dell’ereditiera dell’ex patron della Formula Uno Bernie Ecclestone, ma anche di quelli messi a segno negli stessi giorni, sempre nel cuore della City, nelle ville dell’allenatore del Chelsea Frankie Lampard del defunto magnate thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, già proprietario del Leicester.

Per le stesse imprese, oltre ai due lombardi arrestati a luglio e all’imprendibile Vukovic, è accusato di furto aggravato anche Jugoslav Jovanovic, italiano di etnia sinti con appoggi consolidati al campo rom di via Monte Bisbino, bloccato un paio di mesi fa a Roma per un’altra vicenda: sarebbe anche uno dei quattro truffatori che a metà settembre raggirarono una coppia tedesca che voleva ristrutturare un castello in Germania. Un colpo da 480mila euro per due eleganti “intermediari“ (fra cui Jovanovic) che avevano attirato a Roma in un hotel di lusso i ricchi proprietari con la promessa di metterli in contatto coi restauratori e che, con la scusa di verificare l’entità dell’acconto consegnato dalla coppia, sostituirono le banconote buone con altre false.

Tornando all’inchiesta sui maxi furti in zona Kensington Palace, una volta individuati i quattro uomini d’oro grazie a cellulari e videocamere della sicurezza, la polizia della City aveva seguito a ritroso le loro mosse e ricostruito i loro movimenti nella metropoli. Non solo i viaggi in taxi con cui avevano raggiunto e lasciato Kensington street prima del colpo del secolo, ma anche gli spostamenti in metrò e gli incontri della banda nella stazione ferroviaria di St. Mary’s Cray. Dalle immagini si vedeva una valigia che in due occasioni passava di mano, forse proprio il bottino svanito nel nulla. E comparivano nel gruppo anche una donna, la romena Maria Mester che lavorava a Milano come donna delle pulizie e suo figlio Emil Savastru, che risultò aver affittato l’alloggio londinese in cui aveva dormito la banda. Fu Savastru il primo a finire in manette a fine gennaio a Heatrow, mentre stava per spiccare il volo verso il Giappone. La madre Maria lo seguì in carcere il giorno dopo, bloccata a Stanstead appena tornata a Londra proveniente da Malpensa, incastrata da un selfie “postato“ su Facebook con addosso due orecchini rubati alla Ecclestone.

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