
La 19enne arrestata
Bleona Tafallari viveva chiusa in casa, in via Padova a Milano. Dal primo agosto, quando è arrivata in città, sarebbe uscita solo un paio di volte, per recarsi al centro vaccinale per la prima e la seconda dose del vaccino anti Covid. La vita della 19enne si svolgeva online, nelle chat Telegram dove si incontravano virtualmente giovani integralisti. La ragazza si era autoreclusa perché, secondo gli investigatori, "voleva isolarsi definitivamente dalla realtà occidentale in cui viveva", per "non farsi contaminare degli occidentali". Bleona Tafallari è cresciuta con i genitori, il fratello e la sorella, a Isernia, in Molise, acquisendo la cittadinanza italiana. Per un periodo ha vissuto in Kosovo, dove potrebbe essersi compiuta la sua radicalizzazione, fuori da un contesto familiare ritenuto non particolarmente a rischio. Lo scorso 11 gennaio sposa Perparim Veliqi, kosovaro residente in Germania conosciuto online, che non aveva mai incontrato prima del matrimonio. Rispunta in Italia lo scorso primo agosto quando, insieme alla sorella (non coinvolta nell’inchiesta) atterra all’aeroporto di Malpensa.
Le due donne vengono ospitate dal fratello - anche lui non indagato - nell’appartamento in via Padova di proprietà di un italiano. Bleona Tafallari era a Milano per ottenere il rilascio di una carta d’identità italiana (aveva preso anche appuntamento nell’ufficio anagrafe del Comune di Milano), che le consentisse di "muoversi liberamente" in Europa. In una chat si mostrava infastidita per il controllo subito all’aeroporto di Malpensa ad opera degli "agenti anti-islamici". Il 9 agosto si lamentava perché costretta a vivere in una casa con gli “infedeli”, perché "ho chiesto aiuto a tante sorelle ma tutte hanno rifiutato".