Fuoco di Sant’Antonio: c’è un nuovo "scudo"

Il professor Paolo Fiorina: "Diabetici più a rischio del 30%. Da qui l’importanza del vaccino in grado di offrire una protezione molto alta"

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di Annamaria Lazzari

Esiste un declino delle funzionalità del sistema immunitario legato all’età. Ma ad avere difese meno "performanti" sono anche le persone affette da patologie croniche o che alterano la funzionalità del sistema immunitario facendole diventare più suscettibili ai pericoli derivanti dagli attacchi dei virus.

È il caso dell’Herpes Zoster – più comunemente noto come Fuoco di Sant’Antonio. Per i fragili non c’è solo una maggiore possibilità di sviluppare la malattia ma diventa più elevato il rischio che debbano affrontare le gravi conseguenze. Esiste però la possibilità di proteggersi, attraverso la vaccinazione anti Herpes Zoster.

Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 l’ha introdotto per la coorte dei 65enni e per soggetti over 50 anni con diabete mellito, patologia cardiovascolare e broncopneumopatia cronica ostruttiva o candidati al trattamento con terapia immunosoppressiva. "L’Herpes Zoster è una patologia causata dalla riattivazione del virus della Varicella Zoster, contratto in genere durante l’infanzia (ne è esposto il 90% della popolazione). Dopo l’infezione, il virus rimane latente nei gangli nervosi, riattivandosi anni dopo quando il sistema immunitario viene depresso. Le sue manifestazioni cutanee si caratterizzano per vescicole nell’emisoma (ossia in una delle due metà del corpo umano ndr) che si irradiano lungo i tratti nervosi, tipicamente su scapola, dorso e addome. Sono fastidiose, dolorose e urenti. Nel caso dei pazienti diabetici si manifesta una spiccata suscettibilità alle infezioni e un decorso caratterizzato da maggiore severità, con un incremento del rischio relativo di ospedalizzazione. Questo sembra sia legato alle alterazioni nell’immunità cellulo-mediata", spiega il professor Paolo Fiorina, direttore Malattie Endocrine e Diabetologia dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Fatebenefratelli Sacco di Milano. La letteratura scientifica riporta che i soggetti diabetici presentano un rischio aumentato del 30% di sviluppare infezione da Herpes Zoster, con la possibilità di manifestare una maggiore severità e persistenza di Nevralgia Post-Erpetica - un dolore cronico invalidante - rispetto ai non diabetici. Da qui l’importanza del vaccino, una sorta di "scudo" per prevenire la riattivazione del virus.

"Fino a poco tempo fa esisteva solo un vaccino vivo attenuato. Oggi è presente un nuovo vaccino ricombinante adiuvato in grado di offrire una protezione molto alta alle persone a cui sono state somministrate due dosi a distanza di 2 mesi" precisa il professor Fiorina.

La sua efficacia è del 97% nei soggetti cinquantenni e del 91% negli ultra settantenni. La protezione si estende in generale in un periodo compreso fra 5 e 10 anni.

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