GRAZIA LISSI
Cronaca

Milano: Francesca Bonaita, violinista dalla nascita

E' milanese, 22 anni, figlia di una pianista, ama lo strumento fin da piccola per il suono e la forma a riccio

Francesca Bonaita

Milano, 23 marzo 2020 - Una chiacchierata telefonica con Francesca Bonaita mette di buonumore. La violinista, milanese, 22 anni, si racconta con saggezza e speranza, perché lei è cresciuta così: guardando avanti, sempre. Un diploma a 17 anni al Conservatorio di Milano, una master con Sergej Krylov, attualmente studia al selettivo Master of Arts in Specialized Music Performance per solisti dell’Università della Svizzera Italiana. "Fino a poche settimane fa facevo la pendolare Milano- Lugano. Dopo aver terminato di suonare a Lugano “Il canto della Terra“ di Mahler, nella trascrizione di Schönberg, ho deciso che non mi sarei più mossa. La situazione comporta misure drastiche, tutti dobbiamo rispettarle".

Suo padre è medico, come state vivendo queste settimane? "E’ cardiologo al Fatebenefratelli. In casa abbiamo creato un’area separata, dove lui si può riposare quando rientra dagli estenuanti turni di lavoro. Siamo in quattro fratelli, io sono la piccola, cerchiamo di stargli vicino in ogni modo, il suo impegno ci rende orgogliosi. L’altra sera al telefono mi è sembrato un po’ solo. E’ un momento difficile, penso a Bergamo alle tante bare, non posso che partecipare con affetto al loro dolore, mio nonno è di Martinengo, conosco bene quella zona".

Quanto è stata determinante la famiglia nella sua scelta professionale? "Importantissima, ho sempre respirato cultura, i miei sono grandi lettori, appassionati d’arte e musica, ci hanno sempre incoraggiato a seguire il campo verso cui eravamo portati. Con loro ho imparato a guardare il mondo, ad avere tanti interessi, questi si ritrovano nella mia musica".

Com’è entrato il violino nella sua vita? "Non ricordo, mamma è pianista, per il mio quinto compleanno mi regalò un abbonamento in galleria alla stagione de laVerdi, poi al Conservatorio; insieme abbiamo ascoltato tanta musica, osservando i musicisti mi sono innamorata del suono del violino e della forma riccio. Sempre a cinque anni chiesi a mia madre di poter indossare, per Carnevale, il costume della “Regina della Notte“ de Il Flauto magico di Mozart, la mia opera preferita. Giustificai la scelta insolita dicendo la “Regina“ è un po’ cattiva ma la sua voce è bellissima. In prima elementare cantavo arie di Rossini e Monteverdi, del resto i miei ci addormentavano raccontando i miti greci e le trame d’opera".

Quali sono gli autori con cui ha più affinità? "Non posso dare una risposta definitiva, cerco sempre di provare affinità e affetto verso il compositore che suono, i miei maestri mi hanno insegnato ad avere curiosità nei confronti di ogni spartito che metto sul leggio. Sicuramente ho molta sensibilità verso gli autori del primo Novecento e i russi come Prokofiev, Stravinskij, Shostakovich, Caikovskij".

Cosa fa quando non studia? "Leggo, adoro viaggiare, ogni viaggio è fonte d’ispirazione. In Russia ho portato con me Anna Karenina, mentre suonavo sentivo la campagna di Tolstoj, in Francia “La ricerca del tempo perduto“ ho cercato ogni luogo di Proust, per ringraziarlo".