"Fra 13 anni stop a diesel e benzina" Ma in Lombardia l’elettrico è allo 0,4%

La decisione Ue bloccherebbe le nuove immatricolazioni delle auto che oggi rappresentano l’88% del parco. L’Aci: "Speriamo ci ripensino, si rischia emorragia di posti di lavoro. E che la macchina diventi un lusso"

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di Annamaria Lazzari

Dal 2035 non potranno più essere immatricolate le auto più inquinanti: dopo quella data con il motore termico, alimentato a diesel o benzina, potranno circolare solo le vetture usate. La recente decisione del Parlamento europeo di fatto spiana la strada all’auto elettrica. Che però, numeri alla mano, non sfonda nella regione locomotiva d’Italia, nonostante la pioggia di ecoincentivi. In Lombardia le quattro ruote “alla spina“ sono presenti in percentuali da prefisso telefonico: secondo i dati 2021 dell’Automobile Club d’Italia, lo 0,4% del parco circolante. Pari a oltre 23mila automobili alimentate da batterie su un totale di oltre sei milioni e 200 mila veicoli censiti sulle strade lombarde (6.222.101). La parte da leone la fanno ancora le motorizzazioni tradizionali: il 54% delle auto (quasi 3 milioni e 400 mila) è alimentato a benzina. Per il diesel è lontano il de profundis: sono oltre 2milioni e 100 mila le auto a gasolio, il 34%. Il resto del mercato se lo contendono le bi-fuel (benzina più metano oppure Gpl) che sono oltre 410 mila e le ibride (a benzina o diesel più l’elettrico) che non arrivano neppure a 235 mila. Le elettriche (23.429) superano le auto a metano (18.805).

La scure Ue sul motore a combustione rientra nel pacchetto "Fit for 55" per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Nel testo è prevista una clausola di revisione nel 2026, per esaminare efficacia e impatto del regolamento. "Mi auguro che l’Unione europea torni sui suoi passi, bisogna difendere la libera mobilità. Coi prezzi dell’elettrico c’è il rischio che l’auto diventi un bene elitario e di lusso – commenta Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club di Milano –. Senza contare il pericolo, col drastico passaggio dal motore termico all’elettrico, di un’emorragia di posti di lavoro e di una perdita del primato tecnologico-industriale europeo, a tutto vantaggio di colossi stranieri, a partire da quelli cinesi". Il problema dell’elettrificazione è anche il "ritardo infrastrutturale", rimarca il numero uno di Aci Milano. Secondo l’ultimo rapporto di Motus-E, aggiornato al 2022, in Lombardia ci sono 5.971 punti di ricarica. Nella città metropolitana di Milano le colonnine elettriche sono 1.927, "un numero insufficiente" chiosa La Russa.

Passando alle immatricolazioni, secondo i dati elaborati da Anfia in Lombardia nel periodo gennaio-ottobre 2021 sono state immatricolate 201.953 auto: l’elettrico vale il 5,3% (10.699 vetture). Percentuale sopra la media nazionale (4,3%), ma non certo entusiasmante. "Chi compra fa i conti soprattutto con le sue tasche, al di là della passione ecologica. Le vetture totalmente elettriche costano 25 mila euro e il loro prezzo sarà elevato anche nel futuro. Ora il 90% del parco circolante del nostro Paese è formato da autovetture dei segmenti A, B e C (ossia utilitarie e medium car, ndr), sotto i 15 mila euro. Le berline dei segmenti D ed e E che superano il valore dei 25 mila euro, invece, sono solo il 10%; in Germania oltre il 60%.

Per i tedeschi sarà più semplice la transizione verde perché abituati a sborsare certe cifre, il nostro mercato non è invece pronto, questione di disponibilità economica – afferma l’ingegner Lorenzo Rosti Rossini della Commissione mobilità di Aci Milano –. C’è un errore di concetto alla base della decisione europea: gli obiettivi dovrebbero essere definiti in termini di risultato sulle emissioni, non di tecnologia utilizzata. I combustibili ecologici, utilizzabili nei motori tradizionali e a zero incremento di Co2, sono una valida alternativa, ma non percorribile se la transizione è esclusivamente incentrata sull’elettrico", sottolinea. In allarme dopo la direttiva votata dall’Europarlamento è tutta la filiera regionale dell’auto, che secondo il Centro Studi di Cna Lombardia è costituita da 13 mila imprese artigiane, per oltre 55mila lavoratori.

Con l’elettrificazione forzata temono di essere buttate fuori dal mercato anche le autofficine tradizionali, a tutto vantaggio del circuito dei produttori in possesso dei software per mettere mano alle auto elettriche. Solo a Milano città, secondo dati 2022 del Registro Imprese, le attività legate alla riparazione e manutenzione di autoveicoli sono 1.113. Cinque anni fa se ne contavano quasi 150 in più: 1.260. Nell’area metropolitana sono 3.374, contro le 3.528 del 2017.

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