Caso Maugeri, la difesa di Formigoni: "Accuse basate su giudizi, non su fatti"

L'arringa dei legali dell'ex governatore al processo d'appello: "Accusato per ilsuo status"

Roberto Formigoni in tribunale (Lapresse)

Roberto Formigoni in tribunale (Lapresse)

Milano, 29 maggio 2018 - "Uno stravolgimento totale che cade completamente dal punto di vista della logica", basato su "un cerchio che si apre e si chiude con il concetto di utilità perché nulla viene accertato" e dove "i giudizi si sostituiscono ai fatti". Così l'avvocato Luigi Stortoni, difensore dell'ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha definito l'accusa di corruzione all'ex governatore nel corso della sua arringa difensiva di fronte alla quarta sezione penale della Corte d'Appello di Milano.

In primo grado Formigoni è stato condannato a 6 anni per aver ricevuto circa 6 milioni di euro tra viaggi, regali e altri benefit dalla Fondazione Maugeri di Pavia tra il 1997 e il 2011 in cambio di delibere regionali favorevoli alla struttura. Formigoni, per la difesa, non viene accusato sulla base di fatti ma per "uno status, quasi un modo di essere", cioè quello di "corrotto" e "asservito". "E' considerato corrotto e tutto quello che fa è corrotto", ha affermato l'avvocato Stortoni, come se "gli avessero inoculato il virus della corruzione". Allo stesso modo la "corruzione ontologica" di cui è accusato, che per la difesa non è mai stata provata, è supportata non da fatti ma "solo da parole". Per il procuratore aggiunto Laura Pedio e il sostituto pg Vincenzo Calia, che nella scorsa udienza hanno chiesto la condanna di Formigoni a 7 anni e 6 mesi, il massimo della pena, ci sarebbe "la prova di pagamenti costanti di utilità per 6 milioni e 600 mila euro per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio". Un calcolo a cui la difesa si oppone sottolineando che, nella ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato messo in atto "un barcone da 71 milioni" di scatole cinesi e conti all'estero per fare avere all'ex presidente circa 6 milioni. Cifra che comprende "4 milioni per le barche" che "usava solo di tanto in tanto, per 15 giorni in estate", circa 1,5 milioni per la villa in Sardegna dove trascorreva le vacanze e 600mila euro che, sostiene la difesa, "si è tenuto Daccò". Il faccendiere, che con l'altro coimputato Antonio Simone ha patteggiato lo scorso 22 maggio, viene definito "un millantatore sfacciato" che chiedeva denaro per sfamare gli "esosi" uomini della Regione e "ostentava un'amicizia con Formigoni". Non sarebbe quindi un "fiume di denaro" quello arrivato nelle tasche dell'ex governatore, ma "cifre risibili" per "condizionare la sanità lombarda per anni". Secondo i calcoli dei suoi legali, Formigoni avrebbe avuto disponibilità "di 20-30 mila euro spalmati su 5 anni". 

La difesa ha ricordato che nella sentenza di primo grado è caduta l'accusa di associazione a delinquere e che, con l'assoluzione dell'ex direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina e dell'ex segretario generale del Pirellone Nicola Maria Sanese, Formigoni rimarrebbe "l'unico corrotto" ma "non può avere fatto tutto da solo". Nell'idea che ci sia "a monte" uno "stabile asservimento" del corrotto e "a valle la pressione che egli esercita", per l'avvocato di Formigoni, c'è "una rappresentazione della complessa macchina della Regione in cui c'è un solo personaggio che riesce a condizionare tutti". Nelle accuse ci sarebbe poi "uno iato temporale" dovuto al fatto che "l'accordo per corrompere risale al settembre del 2001" ma "il primo atto di corruzione è l'invito ai Caraibi nel Natale del 2006" e quindi di fatto "per cinque anni al corrotto non viene dato niente". Il comportamento dell'ex presidente della Lombardia, secondo la difesa, è stato "perfettamente identico" prima e dopo la data del presunto accordo corruttivo" e questo sarebbe provato dall'esistenza di "atti sia favorevoli che sfavorevoli" alla Maugeri nel corso di quel periodo. Inoltre, il legale dell'ex senatore ha ricordato che la sanità lombarda in quegli anni "è stata gestita benissimo" con i bilanci in attivo e quindi "dire che Formigoni ha contribuito a rubare soldi ai malati è un'ingiuria che offende tutta la sanità lombarda".

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