
Le fontanelle di Milano al centro di un progetto di Mm
Milano, 14 aprile 2016 - C’è quella a forma di bottiglia di plastica, ispirata alla scultura ironica di Jeff Koons. E quella multicolore, un millerighe stile Missoni. C’è quella nuda, di cui non è rimasto altro che la scarna silhouette, e quella che sembra uscita da una mappa di Google, con tanto di talloncino per indicare dove si trova. Quella vestita all’indiana, quella dotata di appendiabiti, borse e presa per ricaricare il cellulare, e quella messa su un piedistallo, come se fosse un monumento. E in effetti la vedovella di Milano è, a suo modo, un monumento della città.
Livrea verde, cappello d’ordinanza, stemma del Comune appuntato ben in vista, la voce frizzante dell’acqua che gorgoglia dal rubinetto a forma di drago. Tanto da meritarsi l’altro soprannome di «drago verde». Sono 564 le fontanelle pubbliche distribuite lungo la città, che Metropolitana milanese (Mm), la società che gestisce il servizio idrico nel capoluogo lombardo, ha deciso di rivisitare con un’immagine al passo con la settimana del design in corso in questi giorni.
Non solo moda, ma una reinterpretazione di uno degli elementi più caratteristici della città, in funzione dal 1931, e a cui i milanesi si sono detti molto affezionati. La sfida è passata in mano a una sessantina di studenti della Nuova accademia di belle arti (Naba) di Milano, che hanno messo nero su bianco 19 idee. Una di queste vincerà il concorso indetto da Metropolitana milanese, «#ildragoverdesiveste» e diventerà una vera fontanella.
«Sarà un unico esemplare, che posizioneremo in una zona della città d’accordo con il Comune di Milano», spiega il direttore generale di Mm, Stefano Cetti. «Non sostituiremo tutte le fontanelle – continua il manager – ma ne realizzeremo un prototipo». Le vedovelle d’altronde hanno un’ottima resistenza agli acciacchi dell’età e, salvo una mano di pittura, non hanno bisogno di grandi interventi di manutenzione.
Nel frattempo, la società partecipata da Palazzo Marino sta inserendo nuove fontanelle, le cosiddette case dell’acqua: nove sono già in funzione e altre tredici, eredità dell’Esposizione universale di Milano, saranno collocate nelle zone della metropoli a dalla prossima settimana. Oggi la premiazione del progetto vincitore, con gli studenti della Naba. «Abbiamo coinvolto i ragazzi di tre corsi – spiega Luca Poncellini, direttore del master in interior design di Naba -, dall’Italia e dall’estero». E tutti hanno riconosciuto, anche attraverso interviste video, l’affetto dei cittadini e la forte simbologia che il drago verde ha per l’immagine di Milano.