Fontana esulta per l’autonomia: traguardo più vicino

Fontana esulta per l’autonomia: traguardo più vicino

Fontana esulta per l’autonomia: traguardo più vicino

"Un importante passo avanti che ci avvicina al traguardo dell’autonomia. Grazie al ministro Roberto Calderoli per la concretezza con cui sta portando avanti questo percorso. Lombardia e Veneto sostengono fortemente questa riforma innovativa che, siamo certi, sarà in grado di dare nuovo slancio a tutto il Paese e a tutte le Regioni". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato l’approvazione, da parte del Governo, del disegno di legge sull’autonomia, avvenuta giovedì sera. "L’Unità d’Italia – ha aggiunto ieri lo stesso Fontana in occasione della Giornata dedicata proprio all’unità nazionale – è un valore fondamentale per il nostro Paese, simbolo della nostra storia e della nostra cultura. E l’autonomia regionale rappresenta uno strumento importante per garantire una maggiore partecipazione dei territori alla gestione del Paese e compattare la nostra Italia nel segno della responsabilità". "Il ministro Calderoli sta confermando – ha fatto eco il sottosegretario alla Presidenza della Regione, con delega all’Autonomia, il leghista Mauro Piazza – di essere determinato nel raggiungere i traguardi prefissati. Un obiettivo, quello dell’Autonomia, che è al centro dell’azione politica della Lombardia".

Martedì, in Consiglio regionale, il presidente lombardo illustrerà il programma di governo della nuova legislatura, nel quale l’autonomia avrà, almeno nelle intenzioni della Lega, un ruolo centrale.

Da verificare il grado di coinvolgimento nella causa di Fratelli d’Italia, partito decisamente meno incline alla delega dei poteri, anche se non va dimenticato che soltanto mercoledì Federico Romani, esponente dei meloniani, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio regionale, ha detto che l’autonomia "sarà la stella polare della nuova legislatura". Si vedrà. Per il momento la partita autonomista si gioca per lo più a Roma e nei palazzi della politica romana, anche se è evidente l’asse tra Calderoli e i governatori, soprattutto quelli di Lombardia e Veneto: leghista il primo, leghisti i secondi.

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