Fondi russi alla Lega, la procura di Milano apre un'inchiesta: indagato Savoini

L'esponente del Carroccio, presidente dell'associaizone "Lombardia-Russia" respinge ogni accusa. L'ipotesi di reato è corruzione internazionale. Salvini: "Mai preso un soldo o un litro di vodka dalla Russia"

Gianluca Savoini con Matteo Salvini

Gianluca Savoini con Matteo Salvini

Milano, 11 luglio 2019 - La procura di Milano ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega di cui hanno parlato alcune inchieste giornalistiche, sia negli Stati Uniti sia in Italia. L'ipotesi di reato, formulata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, sarebbe corruzione internazionale. Alcune persone sono già state sentite in Procura. 

L'indagine nasce da alcuni articoli e in particolare dall'audio pubblicato sul sito americano BuzzFeed, con la voce di Gianluca Savoini, leghista presidente dell'associazione Lombardia-Russia, che risulta indagato dalla Procura di Milano. Secondo quanto emerso, il 18 ottobre dell'anno scorso Savoini avrebbe trattato con alcuni russi a Mosca per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega nell'ambito di affari legati al petrolio.

Non si sa tuttavia se l'intesa sia mai andata in porto. Nella registrazione, all'Hotel Metropol di Mosca, Gianluca Savoini parla con alcuni interlocutori russi di strategie sovraniste anti-Ue e di affari legati al petrolio. Secondo il sito americano BuzzFeed, che non spiega come ha avuto l'audio e da chi sia stato registrato, si cercherebbe un accordo per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega. Savoini con altri due italiani, Luca e Francesco, il secondo forse un avvocato, sempre secondo BuzzFeed, parla in una sala dello storico albergo con tre russi, secondo il sito vicini a esponenti di rilievo del Cremlino. Savoini dice in inglese: "A maggio ci saranno le elezioni in Europa e vogliamo cambiarla. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità". Nella registrazione si passa, poi, a parlare di un presunto affare e di una percentuale del 4% su una grossa fornitura di petrolio da una grande compagnia russa all'Eni, per stornare fondi, quel 4%, per finanziare la Lega. L'Eni ha però smentito, già ieri, qualsiasi ruolo nella vicenda. Lo stesso Savoini si difende con forza dalle accuse: "Non ho mai preso soldi dalla Russia - si difende - non ho mai parlato a nome della Lega e di Salvini, non ho mai fatto cose illegali e non ho mai incontrato 'emissari del Cremlino'". 

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Il leader della Lega e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha replicato dicendo di aver "già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani: mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia". La sede dell'associazione LombardiaRussia si trova nel quartier generale della Lega: per l'esattezza l'indirizzo riportato nello statuto dell'associazione è via Colombi 18, una traversa della sede del Carroccio in via Bellerio, nel quartiere milanese di Affori. Fino a un paio d'anni fa in via Colombi c'era la portineria della sede della Lega e l'ingresso era utilizzato in occasione del Consiglio federale, cui oggi si accede da via Bellerio, e al primo piano vi era la sede delle associazioni della Lega.

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