Fondi russi alla Lega, Savoini al riesame sui sequestri illeciti

Audio Metropol non si sa né la provenienza né l’autore

Matteo Salvini e Gianluca Savoini a Mosca (Ansa)

Matteo Salvini e Gianluca Savoini a Mosca (Ansa)

Milano, 5 settembre 2019 - Non si entrerà nel merito del contenuto dell’audio dell’ormai noto incontro al Metropol di Mosca, ma si discuterà se sia legittimo o meno il decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di Gianluca Savoini che si fonda proprio su quell’audio di cui non si conosce la provenienza. È questo il punto fondamentale dell’udienza che si terrà questa mattina davanti al Tribunale del Riesame, in cui l’avvocato Lara Pellegrini, difensore del presidente leghista dell’associazione Lombardia Russia, uno dei tre indagati nell’inchiesta su presunti fondi russi al Carroccio, sosterrà che quell’atto di indagine a suo parere deve essere annullato.

Nel procedimento, dunque, si tratteranno solo questioni tecniche e giuridiche con una questione di base e cioè se è possibile che il file, registrato fra l’altro non si sa da chi, possa stare alla base, come unica fonte di prova, del provvedimento con cui la Guardia di Finanza lo scorso 15 luglio si è presentata a casa di Savoini per poi sequestrargli alcune carte e due telefoni. Telefoni  che non sono ancora stati restituiti al legittimo proprietario dopo aver proceduto alla copia forense del loro contenuto. Secondo la ricostruzione il file audio è stato consegnato alla Procura di Milano lo scorso 28 giugno dagli autori dell’inchiesta giornalistica sul caso «Moscopoli». Pochi giorni dopo si è proceduto con l’iscrizione nel registro degli indagati di Savoini il quale l’11 luglio è stato convocato per il verbale di identificazione con l’invito a presentarsi alla magistratura quattro giorni dopo, quando è stata anche effettuata la perquisizione nella sua abitazione. Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, che hanno rinunciato al Riesame, sono stati iscritti per corruzione internazionale dopo le loro autodenunce con cui hanno dichiarato di aver partecipato assieme a Savoini e ad altri tre russi al vertice dello scorso 18 ottobre nella hall del grande albergo moscovita in cui si è parlato della trattativa sul petrolio. Secondo Meranda e Vannucci la trattativa non sarebbe andata a buon fine, ma gli esiti di quell’incontro sono al centro dell’indagine milanese.

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